
TUNISIA: GRANDE PARTITO DI CENTRO – Il 14 gennaio 2011 Ben Ali fuggiva dalla Tunisia dopo aver constatato il definitivo disfacimento del suo regime. Ad un anno esatto dal trionfo della ‘Rivoluzione del Gelsomino’, che ha mandato in frantumi una dittatura durata ben 23 anni, e a meno di tre mesi dalle elezioni che hanno consegnato la Tunisia nelle mani degli islamisti del Nahda, cresce il fronte dello scetticismo nei confronti dell’operato del Presidente Marzouiki (CPR, partito di centro-sinistra) e del Governo affidato al comando di Jebali (Nahda).
Buona parte della stampa e dell’opinione pubblica ritiene infatti che i provvedimenti adottati fino a questo momento per contrastare la piaga della disoccupazione siano stati del tutto insufficienti; l’inefficacia dell’esecutivo viene imputata soprattutto all’inadeguatezza di diversi ministri, i cui nomi sarebbe scaturiti da una serie di compromessi di potere, a dispetto della presenza di personalità maggiormente autorevoli e competenti, del tutto ignorate dalla maggioranza. La perplessità non risparmia nemmeno lo stesso Marzouiki, considerato poco carismatico dai suoi detrattori e incapace di mediare le posizioni integraliste delle frange più estreme del Nahda.
Il clima di sfiducia rappresenta un terreno quanto mai fertile per la riscossa dei movimenti usciti sconfitti dalla tornata elettorale del
23 ottobre. Un grande partito di centro “per realizzare gli obbiettivo della Rivoluzione“, questo è l’intento dichiarato dai leader di Afek Tounes, del Partito Democratico Progressista (PDP) e del Partito Repubblicano, che dopo lunghe contrattazioni hanno annunciato l’intenzione di fondere le loro forze in un unico nuovo soggetto politico. La decisione è la naturale conseguenza della debacle elettorale subita dai moderati, effetto anche di un’eccessiva frammentazione del fronte centrista.
Islamisti e partiti di centro-sinistra sono al governo, i moderati si riorganizzano all’opposizione; certo è che, chiunque oggi si trovi
a dover amministrare la cosa pubblica in Tunisia, sa di avere addosso gli occhi di una popolazione vigile e non più disposta a piegarsi al
volere di un capo.
Mirko Correggioli