Sciopero dei Tir: ultima giornata di blocchi, ma Trasporto Unito non assicura

 

SCIOPERO DEI TIR – Quella di oggi sarà l’ultima giornata di sciopero degli autotrasportatori, dopo una settimana circa di disagi sparsi in mezza Italia e con i cittadini costretti a fare salti mortali per accaparrarsi un pieno di carburante o per trovare generi alimentari di prima necessità. Ma la giornata di ieri è trascorsa ancora all’insegna delle tensioni, con stabilimenti paralizzati, prezzi gonfiati e diversi arresti ai presidi, con l’Europa che chiede al governo Monti di ripristinare la normalità per consentire la libera circolazione delle merci, pena una procedura di infrazione. Molte grandi aziende hanno dovuto chiudere i battenti, a cominciare dagli stabilimenti Fiat, che in questi cinque giorni hanno prodotto 12.600 vetture in meno, Barilla ha avviato le procedure di cassa integrazione per gli operai di Foggia e Caserta, Coca Cola ha fermato gli impianti di Marcianise (CE) e Rionero in Vulture (PZ), senza contare le migliaia di impianti di carburante che dopo l’assalto di lunedì sono stati costretti a chiudere i battenti.

Ai presidi dei camionisti le tensioni non sono calate e nuovi arresti sono scattati nei confronti dei manifestanti che, a volte, costringono i loro colleghi a fermarsi con la forza e con le intimidazioni. Negli ultimi due giorni la polizia ha compiuto 13 arresti e 5 denunce, oltre a scortare una cinquantina di autocisterne cariche di carburante per rifornire alcuni distributori di Napoli e provincia, anche se fare rifornimento è ancora un’impresa. Oggi ultima giornata di sciopero, almeno si spera: Trasporto Unito, infatti, fa sapere che farà il possibile per far rientrare la protesta, “ma poi quello che succederà per strada non lo sappiamo perchè questo Governo non ha avuto il buon senso per ascoltarci”.

 

E stamane sarà un’altra giornata di caos: i sindacati di base hanno indetto uno sciopero di 24 ore per tutti i lavoratori del pubblico impiego e delle aziende private italiane. Si fermano tutti i trasporti aerei e di terra (con il rispetto delle fasce garantite 7-10 e 18-21) e chiudono uffici pubblici, scuole, poste, sanità. Si protesta “contro il Governo Monti e le sue politiche che – scrivono i sindacati di base in un comunicato – penalizzano lavoratori, pensionati, precari e disoccupati e che, con il ricatto del debito, intendono far pagare la crisi a tutti tranne coloro che hanno generato, speculato e fatto profitti su di essa”. La protesta continua, il governo tace e si prevedono ulteriori sviluppi nelle prossime settimane…

 

Luigi Ciamburro

 

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