Bologna. Proteste degli studenti contro la laurea a Napolitano

Giorgio Napolitano

BOLOGNA: STUDENTI CONTRO NAPOLITANO – E’ polemica a Bologna per la visita del Presidente della Repubblica, Giorgio Napoltano, il quale è stato chiamato dall’Ateneo emiliano per essere insignito con una Laurea ad Honorem.

In mattinata la città è stata animata da una serie di manifestazioni di dissenso: alcuni attivisti del centro sociale bolognese Tpo e del collettivo Sadir hanno costituito un presidio in via Castiglione, a circa 300 metri dall’aula Magna d’Ateneo in cui era in corso la cerimonia per la consegna del titolo a Napolitano. I manifestanti si sono presentati al presidio con alcuni sacchi dell’immondizia che recavano ognuno una pecetta con sopra scritto il nome della facoltà d’appartenenza e in testa il cappello che indossano i neodottori.

A pochi passi da via Castiglione alcuni collettivi studenteschi hanno attraversato in corteo il quartiere universitario prefiggendosi come destinazione ultima proprio l’aula Magna dell’Alma Mater Studiorum. Lo svolgersi del corteo è stato interrotto varie volte da alcuni blocchi posizionati dalle forze dell’ordine. I manifestanti, in due occasioni si sono trovati costretti ad abbandonare la via principale e a percorrere vicoli secondari proprio per ovviare ai divieti imposti dalla polizia.

 

Studenti ed attivisti avevano annunciato già da giorni le proteste ed avevano specificato i motivi delle contestazioni. L’assegnazione al Presidente Napolitano di un titolo come la Laure Honoris Causa con annessa una cerimonia è un insulto alla condizione di migliaia di studenti i quali, a Bologna, come un po’ in tutta Italia si trovano vittime della crisi in cui versa il sistema universitario a causa dei tagli apportati da anni di politiche demolitrici in materia d’istruzione e rincorrono una laurea che aprirà le porte ad un futuro di precarietà.

Caro presidente, il paese fuori dall’aula di Santa Lucia è reale. Le corone d’alloro in testa non cambieranno le nostre vite, non ci toglieranno dalla precarietà cui siamo costretti. Le corone d’alloro rimangono tali, come rimangono tali le pergamente dove viene scritto il nostro nome con accanto il titolo di dottore. Quel pezzo di carta non ci cambia l’esistenza, ci serve ben altro. Siamo consapevoli che non possiamo affidare le nostre vite e il nostro futuro alla politica dei palazzi sempre più lontana dalla società”, queste alcune delle parole diffuse da un comunicato pubblicato online qualche giorno fa dagli attivisti del Tpo.

 

Nicoletta Mandolini