Giorno del Ricordo: commemorazioni in tutta Italia

Oggi, 10 febbraio, ricorre il “Giorno del ricordo”, istituito per commemorare le vittime delle foibe e dell’esodo degli italiani di Istria e Dalmazia. Celebrazioni e manifestazioni sono in corso in tutta Italia per ricordare uno dei drammi più tragici della storia italiana, per lungo tempo taciuto. I fatti si verificarono intorno alla fine della Seconda Guerra Mondiale e nei primi anni ’50, quando molti nostri connazionali che abitavano quella parte della ex Jugoslavia, in quelli che oggi sono i territori di Slovenia a Croazia, furono costretti all’esodo. L’Italia aveva perso la guerra e così anche l’Istria e la Dalmazia e gli abitanti di origine italiana diventarono profughi in patria. Numerosi nostri connazionali furono trucidati e gettatati nelle profonde fosse carsiche conosciute come foibe; molti vi furono gettati anche da vivi.

Dopo decenni oblio, dovuti ad aspre divergenze politiche e ai tabù legati al fascismo, il nostro Paese ha riconosciuto finalmente la memoria collettiva su questa tragedia e per commemorarne le vittime ha istituito con legge, nel 2004, il “Giorno del ricordo” delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata.

Come di consueto, oggi si è svolta una cerimonia alla foiba di Basovizza, vicino a Trieste, ma a differenza degli altri anni nessuna autorità politica è intervenuta. L’anno scorso aveva partecipato il Presidente del Senato Renato Schifani.

A Roma, il sindaco Gianni Alemanno ha deposto una corona d’alloro sull’Altare della Patria e nel suo discorso ha dichiarato che “la memoria deve essere condivisa“. “Non dobbiamo dimenticare nessuno degli orrori e delle tragedie del Novecento – ha detto Alemanno -, in particolare quelli che hanno toccato nel vivo la coscienza del popolo italiano dopo tanti anni in cui sono stati nascosti”.

L’esodo giuliano-dalmata iniziò subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando Istria e Dalmazia passarono sotto il controllo della Jugoslavia di Tito. Circa 350mila italiani furono costretti a lasciare luoghi dove erano sempre vissuti, abbandonando tutto.

Redazione

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