Sbarchi, 200 migranti diretti nel siracusano. Spuntano incongruenze su funerali vittime Lampedusa

Profughi eritrei piangono i propri cari morti a Lampedusa (DAVID BUIMOVITCH/AFP/Getty Images)

Due gruppi di circa 200 migranti sono stati tratti in salvo da due mercantili ieri sera dopo la richiesta della Guardia Costiera che ha contattato le imbarcazioni per dirottarle a sud di Lampedusa.

I due cargo sono ora diretti verso i porti di Pozzallo e Siracusa, in quanto a Lampedusa le condizioni del mare forza 4 impediscono le operazioni di sbarco.
La Eurocargo Bari ha tratto in salvo gli extracomunitari ad un’ottantina di miglia dall’isola, mentre la seconda nave, la cisterna “Aegen Pride”, ha recuperato i migranti a 110 miglia da Lampedusa.

MARE SICURO
Ieri, nel giorno in cui ha preso il via l’operazione “Mare nostrum” per monitorare il Mediterraneo, sono arrivati centinaia di migranti a Lampedusa, ma anche a Trapani e Ragusa.
L’operazione mare nostrum costerà oltre 1,5 milioni di euro al mese e sarà finanziata con i bilanci di vari ministeri
Nel Canale di Sicilia sono partiti i primi pattugliamenti con navi droni ed elicotteri: sono 5 le navi impiegate dalla marina militare. Ma nelle operazioni vi è anche una nave anfibia che porta elicotteri a lungo raggio e che ha la funzione di centro di comando in mare con un ospedale a bordo e la possibilità di calare gommoni di soccorso.

Una situazione che sta diventando sempre più tragica e sulla quale è intervenuto nuovamente il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha ribadito di affrontare subito la sfida della “sconvolgente emergenza delle tragedie in mare e dell’assillante dramma di Lampedusa, per la nuova ondata di profughi richiedenti asilo che non si è riusciti a prevenire e regolare su scala europea”.

PARADOSSI
Un articolo dell’Huffington post ha sollevato alcune perplessità sulla gestione dei migranti giunti in Italia in questi ultimi mesi, come anche quella della sepoltura dei corpi delle vittime senza funerali oppure la consegna dei superstiti al regime eritreo.

L’articolo riporta che al momento Palazzo Chigi non ha dato una risposta alla disperazione dei parenti che hanno visto portate via i loro cari senza funerali. Un appello che aveva fatto anche il Sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini che ha sollecitato più volte una data per l’organizzazione dei funerali solenni promessi dal premier Enrico Letta.

Il Viminale ha solo reso noto che “non siamo noi a disporre i funerali solenni”, in quanto spetterebbe al protocollo all’Ufficio del cerimoniale. “Dovevamo però portare via le 373 bare dall’isola per questione di igiene pubblica”, sottolinea il Viminale.

Alcune bare hanno solo numeri identificativi e sale lo sconforto del sindaco che in un messaggio ha commentato che “a Lampedusa il governo è sparito”.
Intanto le bare sono state disseminate nei vari cimiteri dell’agrigentino: un’ottantina sono stata tumulate nel cimitero Piana Gatta di Agrigento, altre 70 sono state disseminate nei camposanti della provincia e sepolte, lontani dai parenti, in prevalenza cristiano-ortodossi e musulmani.
Se da una parte le autorità eritree si sono rese disponibili a rimpatriare le salme, dall’altra ad oggi non si hanno notizie dei funerali promessi dalle autorità italiane.

Uno scenario che crea sconforto e stupore tra i sacerdoti sia cattolici che ortodossi.

Altra incongruenza segnalata dall’Huffington post: quella della visita dei funzionari dell’ambasciata eritrea che hanno cercato d’incontrare i 155 eritrei scampati al naufragio. Ora il rischio è che i loro nomi finiscano in mano al regime di Asmara. Ma il sindaco di Lampedusa ha anche ricordato di non essere stata informata della visita dell’ambasciatore eritreo, lo scorso 14 ottobre.
Sembra che i funzionari abbiano chiesto di entrare nel centro di accoglienza dove vivono i superstiti del naufragio del 3 ottobre e, non avendo ricevuto il via libera, avrebbero tentato di avvicinarli lungo le strade di Lampedusa chiedendone nome e cognome, oppure scattando loro delle foto.

Redazione

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