
E’ iniziato oggi, con le eccezioni proposte dalla difesa di Silvio Berlusconi, sulle presunte mancate notifiche del decreto che disponeva il rinvio a giudizio del leader di Forza Italia, che sono state respinte perché ritenute infondate, il processo sulla cosiddetta compravendita di senatori, che vede imputati – insieme all’ex premier – anche l’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola. Entrambi gli imputati, sotto processo con l’accusa di corruzione, erano assenti in aula.
Presente invece – negli inediti panni di avvocato – l’ex senatore Antonio Di Pietro, il quale assisterà in qualità di legale di parte civile l’Italia dei Valori. Proprio l’ormai ex leader politico del movimento giustizialista, preso d’assalto da fotografi e cronisti, ha spiegato: “Rimetto la toga dopo Mani pulite, sto per la prima volta dall’altra parte come difensore di parte civile. Ed è anche il primo processo con il Senato parte civile. Mi piacciono le prime, è come i tempi di Tangentopoli”.
Di Pietro si è reso anche protagonista di una polemica con gli avvocati del Cavaliere, Niccolò Ghedini e Michele Cerabona, proprio rispetto alle presunte mancate notifiche, parlando anzi di “eccesso di notifiche” e commentando: “Lo sanno pure le pietre che Berlusconi ha una dimora ad Arcore”. Secondo i legali del premier, le notifiche andavano recapitate a Palazzo Grazioli, dove l’ex premier ha di recente preso la residenza, ma Di Pietro – commentando il particolare coi cronisti – non ha usato mezzi termini: “Sono solo un espediente per arrivare prima alla prescrizione”.
Redazione online