Honk Kong, si allenta la tensione: gli studenti sgomberano alcune vie del centro

Le vie di Hong Kong libere dagli studenti (Getty images)
Le vie di Hong Kong libere dagli studenti (Getty images)

Nonostante l’ultimatum delle autorità e delle forze dell’ordine, prosegue ancora oggi la protesta degli studenti a Hong Kong che hanno però allentato l’occupazione, liberando i percorsi per permettere ai dipendenti pubblici di raggiungere gli edifici governativi, così come stabilito ieri da una riunione

tra i gruppi promotori della protesta tra cui i membri di Occupy Central.
Ad Hong Kong come riporta l’Ansa, si è registrata una ripresa delle attività anche se per le strade del centro ci sono ancora centinaia di giovani e membri di Occupy Central che rimangono accampati in alcune importanti arterie e altri centinani soono ancora per le vie di Admiralty e Mong Kok.
Intanto si apprende che la conferenza sullo stato del pianeta in programma questa settimana e alla quale dovevano partecipare una decina di premi Nobel, è stata annullata. Gli organizzatori dell’evento, tra cui l’Istituto di Potsdam per la ricerca Climate Impact (Pik) e l’Asia Society di Hong Kong, hanno spiegato in una nota che la decisione è stata presa in base ai “problemi” e ai disordini in corso nella città.
Sul caso è intervenuto nuovamente il Quotidiano del Popolo, il giornale ufficiale del Partito Comunista Cinese, che al su quarto editoriale dedicato alla protesta ha denunciato che in realtà gli studenti che dicono di manifestare in difesa della democrazina in realtà la fanno “arretrare”.
“Un principio fondamentale della democrazia vuole che una piccola minoranza non abbia il diritto di violare in un solo colpo l’ interesse generale e lo spazio pubblico, impiegando dei metodi illegali”, spiega il quotidiano.
La protesta è scaturita dalla decisione del governo centrale di Pechii di riformare la legge elettoeale ad Hong Kong approvando un provvedimento con il quale il capo del governo del territorio, per le prossime elezioni nel 2017, non sia eletto dirattemate dai residenti dell’isola a statuto speciale, ma attraverso un comitato nominato appositamente.
In Cina opera anche la censura e le immagini della protesta studentesca sono oscurate o bloccate, mentre i media statali continuano a pubblicare editoriali in cui condannano le dimostrazioni come opera di teppisti che rifiutano la legge e minano l’armonia sociale ed economica del territorio.

Redazione