
Tre nomi, tre personalità di spicco e “lontane” dai partiti: così Partito Democratico e Forza Italia, con l’appoggio del Movimento 5 Stelle, avevano dimostrato nelle ultime ore di poter dialogare. Ma in ordine sparso. I due nomi per la Consulta sono quelli di Silvana Sciarra, professoressa di Diritto del lavoro e Diritto sociale europeo all’Università di Firenze, candidata Pd ma appoggiata anche dal Movimento 5 Stelle, e Stefania Bariatti, docente di Diritto internazionale privato e processuale presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Milano, nome avanzato da Forza Italia ma osteggiato dal Movimento 5 Stelle.
Infine il candidato del Csm era Alessio Zaccaria, titolare della cattedra di Diritto civile presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Verona, nome molto gradito dai pentastellati e contestualmente non voluto da Forza Italia. Per ripicca. Perché il Movimento 5 Stelle ha voluto precisare: “Il Pd la voterà a scatola chiusa come avrebbe votato chiunque altro in cambio del voto di Fi per il suo candidato. Ma noi non siamo interessati agli scambi di poltrone”. E allora, dicono gli ‘azzurri’, “se non votano per la nostra candidata, noi non votiamo Zaccaria”. Questo il quadro prima del voto, con Sel che sceglie di votare per il tridente proposto e Danilo Toninelli, il più attivo dai pentastellati, che ribadisce su Twitter: “Iniziata votazione Consulta. Il M5S rispetta i patti fatti con onestà e alla luce del sole. Votiamo Sciarra e Zaccaria. Il Pd li rispetterà?”.
A scrutinio in corso, Lorenzo Dellai, capogruppo alla Camera di Per l’Italia, aveva annunciato di aver appoggiato l’accordo raggiunto: “Abbiamo votato, pur senza entusiasmo, secondo le intese tra Pd e Forza Italia. Speriamo almeno che questa commedia finisca presto”. Nel frattempo, anche Nuovo Centrodestra e Lega Nord danno indicazioni: per i tre candidati potrebbe davvero essere fatta.
Fumate bianche
Al 21esimo scrutinio, come preventivabile, qualcosa si smuove e Silvana Sciarra ce la fa a essere eletta: l’intesa trasversale ha funzionato, ma i veti incrociati hanno pesato. Stefania Bariatti, infatti, non ce l’ha fatta. La docente dell’Ateneo fiorentino ha raccolto 630 voti, ben sessanta oltre quelli previsti dal quorum, fissato a 570, mentre la candidata di Forza Italia si è fermata ad appena 493 voti. Plenum ripristinato al Csm, dopo l’esclusione di Teresa Bene: Alessio Zaccaria, nome voluto dal Movimento 5 Stelle, ha raccolto 537 voti, 88 in più dei 449 richiesti.
GM