
Mentre il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha inaugurato oggi una serie di visite nelle aziende fior all’occhiello del Sud, a Catania, proseguono le critiche alla riforma del lavoro, rilanciata dagli ultimi dati Istat che per il mese di ottobre registrano una crescita record delle disoccupazione che ha toccato il 13,2%.
Per il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, “il jobs act è già morto. Privato in ogni sua parte di una vera spinta riformatrice, è diventato una delega al governo per fare ritocchi inutili alle norme sul mercato del lavoro. Ma per quello che oggi certifica l’Istat sarebbe servito ben altro. Più coraggio, una vera rivoluzione come fu la legge Biagi”.
“Per l’Istat il tasso di disoccupazione nel mese scorso è arrivato al massimo storico e la tendenza è prevista in salita. Il jobs act non porterà lavoro, non aiuterà i giovani, non incentiverà le aziende ad assumere”, ha poi aggiunto pessimista il senatore FI, spiegando che “d’altra parte il testo è stato il frutto di una serie di pressioni che non poteva non uscire annacquato. E il ricorso al voto di fiducia ne è l’ennesima prova. Un altro provvedimento inutile che si aggiunge al bilancio fallimentare del governo Renzi”.
Perplessità anche da Nuovo Centro Destra. Il capogruppo al Senato Maurizio Sacconi ha commentato in una nota gli ultimi dati sulla disoccupazione, sottolineando che “preoccupano i dati dell’Istat perché segnalano diminuzione di occupati anche se la crescita dei disoccupati corrisponde ad una maggiore propensione ad offrirsi nel mercato del lavoro, uscendo così dalla pericolosa condizione di inattivi perché scoraggiati”.
“La risposta a questi dati preoccupanti – spiega Sacconi- deve consistere ancor più nella determinazione a praticare politiche di crescita attraverso la maggiore liquidità da un lato e la maggiore flessibilità dall’altro”.
“Come insegna l’esperienza nord americana, la maggiore liquidità funziona se incontra una società ed una economia flessibili ovvero capaci di rapido adattamento. In questo ambito la delega lavoro assume un ruolo fondamentale che induce viepiù a tempi brevi”, ha concluso Sacconi.
Ma le critiche giungono anche dal fronte di Fratelli d’Italia che accusa Renzi e Graziano Delrio di mentire sui dati: “Renzi e Delrio mentono sui dati della disoccupazione. I numeri sono chiari, non soltanto quelli dell’Istat ma anche quelli di Eurostat: l’Italia, tra i 18 Paesi dell’Eurozona, ha avuto il maggior aumento del tasso di disoccupazione, salito dal 12,3% di settembre al 13,2% di ottobre, mentre in media nell’Eurozona e nella Ue la disoccupazione a ottobre è rimasta stabile, rispettivamente all’11,5% e al 10%”, afferma Giovanni Donzelli, dell’esecutivo nazionale di FdI, replicando a quanto ha sostenuto il premier a Catania, assicurando che da quando è al governo sono stati creati 100mila posti di lavoro.
Affondo di Donzelli anche nei confronti del ministro del lavoro: “Come il ministro Poletti dovrebbe sapere, se ha letto la Nota semestrale sul mercato del lavoro immigrato redatta dal suo ministero, nel secondo trimestre del 2014, a fronte della diminuzione di circa 105.000 occupati, è aumentato il numero di occupati stranieri, sia comunitari che extracomunitari, rispettivamente del 4,6% e del 3,5%”.
Parole che cavalcano in parte l’onda demagogica avviata dalla Lega Nord nella sua battaglia contro l’immigrazione per cui però Donzelli solleva la questione della tutela dei lavoratori: “Chi trova lavoro sono cioè gli immigrati e non perché fanno lavori che gli italiani non vogliono fare, ma perché fanno questi lavori a condizioni di stipendi e tutele indecenti, che umiliano la dignità del lavoro stesso”.
C.D.