Renzi: “Sulle riforme pronto alla rottura con Forza Italia”

Renzi Quirinale
Il premier Matteo Renzi (Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

Matteo Renzi è disposto ad «andare avanti da solo» in caso di rottura con il centrodestra. E’ la risposta del premier all’intervista rilasciata da Berlusconi al Corriere della Sera dove il leader di Forza Italia ha lanciato una sfida all’inquilino di Palazzo Chigi su un tema cruciale dell’agenda politica: la prossima elezione del Capo dello Stato. Sul punto Berlusconi è stato lapidario: «Penso che prima venga l’elezione del presidente della Repubblica e poi vengano le riforme». Una frase che se non si risolvesse nell’ennesima boutade dell’ex Cavaliere potrebbe rappresentare un cambio di scenario dagli esiti imprevedibili. E che non si tratti soltanto di un’affermazione come le altre sembra confermato dalle risoposte a stretto giro di posta. L’entourage di palazzo Chigi commenta con apparente sufficienza la sortita dell’ex Cavaliere «Siamo di fronte a un canovaccio che sta diventando ripetitivo incomprensibile». Le dichiarazioni riportate dal Corriere vengono ridimensionate «ad ennesima uscita ondivaga». Silvio Berlusconi, ricordano, pochi giorni ha firmato un comunicato nel quale, in tema di riforme «accettava di stare dentro i tempi stabiliti». Ma il problema posto sul tavolo dal principale alleato di Renzi nel percorso sulle riforme non è evidentemente questione da trattare solo con i commenti a margine se è lo stesso presidente del Consiglio a tornare sul punto poche ore, parlando con Repubblica.

“Proposta irricevibile”

La mossa dell’ex Cavaliere che prima di approvare l’Italicum chiede un accordo sull’elezione del Presidente è bollata da Renzi come irricevibile. «Non esiste. L’Italicum è in aula a dicembre. Berlusconi si è impegnato con noi a dire sì al pacchetto con la riforma costituzionale entro gennaio. Io resto a quel patto. Lui spesso cambia idea. Io no…» un’insofferenza, quella del premier, che emerge anche sull’ipotesi Giuliano Amato, che il leader di Forza Italia ha dichiarato di vedere bene al Quirinale «Io ho un unico nome: Giorgio Napolitano – ha commentato Renzi – Non apro una discussione finché il capo dello Stato è al suo posto. I nomi si fanno per sostenerli o per bruciarli. La corsa è più complicata del palio di Siena. E i cavalli non sono nemmeno entrati nel canapo». E qui Renzi lancia un avviso, meno diretto ma non per questo meno efficace « È bene che il presidente della Repubblica si elegga con la maggioranza più ampia possibile. E dico ‘possibile”». Un modo per far comprendere al partner del Nazareno che tutti sono utili, ma nessuno è indispensabile, tanto sulle riforme quanto sulla nomina del successore di Napolitano. In altri giorni sarebbe bastata questa prova di forza el premier, per dormire sonni da tranquilli: ma lo “showdown” di dicembre è ormai alle porte: l’Italicum, il Jobs act e la Legge di Stabilità. Tre cerchi di fuoco che anche un  Mattero Renzi meno appesantito di quello odierno avrebbe con superato qualche difficoltà. Ma ora il premier deve fare i conti l’astensionismo da incubo in Emilia ed il crollo di Forza Italia. Silvio non dorme sonni tranquilli, ormai da molto tempo. E si è stancato di essere il solo.

ADB