Mafia Capitale, sotto accusa sistema controllo pubblico

Federica Guidi (foto Sannita, licenza CC-BY-SA-3.0)
Federica Guidi (foto Sannita, licenza CC-BY-SA-3.0)

“L’inchiesta pone in evidenza la necessità di valorizzare gli strumenti esistenti e rivisitare sistema dei controlli pubblici”, così il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, questo pomeriggio nel corso del question-time alla Camera, è intervenuta sull’inchiesta che riguarda la gestione degli appalti nella Capitale, aggiungendo: “Il ministero si è tempestivamente attivato per stabilire quali cooperative abbiano rapporti con i soggetti coinvolti nell’inchiesta. Occorre una riflessione di tutti i soggetti impegnati nella cooperazione. Occorre rafforzare i poteri ispettivi, modificare le sanzioni per renderle più efficaci e combattere i fenomeni delle false cooperative”.

La richiesta di chiarimenti al ministro Guidi parte dal Movimento 5 Stelle, che stamattina in una nota aveva annunciato in particolare che il deputato Massimo Baroni “chiamerà in causa la ministro per lo Sviluppo Economico relativamente alla cooperativa “29 giugno” di Salvatore Buzzi, e “alle coop che risulterebbero ad essa collegate, o da essa controllate, per sapere se il dicastero intenda avviare un’azione ispettiva straordinaria nei confronti delle cooperative interessate dalle indagini della magistratura”.

Inoltre, in commissione Affari Sociali, la deputata Giulia Grillo ha rivolto “un’interrogazione al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Poletti per chiedere se intenda effettuare una ricognizione da parte degli ispettori ministeriali presso la Human Foundation, che vede tra i soci fondatori Stefano Bravo, ritenuto dagli inquirenti il commercialista della cupola mafiosa capitolina”. La battaglia per avere chiarimenti sulla gestione degli appalti il Movimento 5 Stelle la porta avanti anche alla Regione Lazio, attraverso un’interrogazione del consigliere regionale Valentina Corrado.

Intanto i pentastellati chiudono le porte in faccia a qualsiasi collaborazione con la giunta Marino, come spiegato dal consigliere di Roma Capitale, Daniele Frongia, intervistato a Radio Città Futura: “Noi continueremo con il nostro ruolo responsabile e costruttivo, come abbiamo fatto fino a adesso. Da parte della maggioranza non c’è mai stata collaborazione, quindi la mano tesa di adesso per noi è inesistente”. Poi accusa: “La nomina del nuovo assessore alla legalità, il giudice Sabella, secondo noi non è normale. Non è normale che in una giunta ci sia un magistrato, messo lì per controllare la legalità”.

Nuova difesa di Marroni

Intanto, come avvenuto qualche giorno fa, il deputato democratico Umberto Marroni torna a difendersi dalle accuse apparse su alcuni quotidiani: “Leggo, ancora oggi, purtroppo una ricostruzione giornalistica, su spezzoni di intercettazioni estrapolate dal contesto, in cui viene tirata in ballo la mia persona, totalmente falsa, in quanto non ho né un cavallo, non sapendoci neanche andare, né una barca, come peraltro è facilmente riscontrabile nella documentazione patrimoniale pubblicata sul sito della Camera dei deputati”.

Prosegue Marroni: “Mi spiace infine appurare che l’articolo di un noto quotidiano nazionale è nuovamente costruito in maniera diffamatoria quando si cita un mio sms che si riferisce, non certo agli appalti Atac come il giornale lascia intendere, e di cui ovviamente non mi sono mai occupato, ma ad una discussione che ci fu tra Andrea Carlini e Salvatore Buzzi, che ritenevamo fino a qualche giorno fa esponente di una cooperativa modello nel recupero di ex detenuti e persone disagiate”.

“Una discussione nata su una questione che nulla ha a che vedere con l’Atac” – conclude il deputato Pd – “come tra l’altro ha spiegato Andrea Carlini in una nota stampa riportata qualche giorno fa dalle agenzie che non viene inspiegabilmente citata dai giornalisti, e che non mi riguardava come comunicai allora agli interessati”.

La Legacoop chiude i rubinetti

Intanto, in un’intervista che sul numero di ‘VITA’ di gennaio, il presidente della Legacoop, Mauro Lusetti, ha fatto sapere di un deciso cambio di rotta dopo  gli scandali romani: “Abbiamo avuto una reazione verso i fatti romani. Molto pronta, direi. Abbiamo sospeso, espulso le persone coinvolte. Le abbiamo cacciate dai consigli di amministrazioni e dagli incarichi associativi, abbiamo commissariato la Legacoop del Lazio”. Lusetti sottolinea come non vi sia “bisogno di aspettare la magistratura: dal punto visto etico e cooperativo, le cose che risultano dall’indagine e che sono di dominio pubblico sono abbastanza per stare fuori. Non abbiamo voluto nascondere la testa in mezzo alla sabbia”.

“Dobbiamo completare rapidamente il percorso di autonomia dai partiti storici e dalle ideologie. Un percorso che abbiamo imboccato da anni, intendiamoci, ma ora lo dobbiamo completare”, sottolinea Lusetti, prospettando quindi un dialogo con la politica al fine di “rappresentare una visione generale della società. Lontano dai finanziamenti alla politica. Perché i singoli soci possono fare quelle che ritengono, liberissimi. Ma la cooperativa che, come tale, finanzia un partito no, quella non va bene”, in quanto “non è obbligatorio essere cooperatori, si può fare impresa diversamente, non c’è niente di male, si può andare da un’altra parte. Ma se si sceglie di cooperare, beh allora è si compie una scelta che ti segna la vita, per non dire una scelta di vita. Ti segna nel senso che ti condiziona e ti obbliga a un sistema valoriale”.

Plauso di Marino a Confindustria

Infine, dopo l’annuncio di Confindustria di volersi costituire parte civile, arriva il plauso del sindaco di Roma, Ignazio Marino: “Ho avuto modo di parlare con Maurizio Stirpe e voglio esprimere sincero apprezzamento per la decisione di Confindustria di costituirsi parte civile nel procedimento avviato dalla Procura di Roma contro la cupola criminale che operava della Capitale. Sono davvero orgoglioso di poter contare su una realtà, come quella delle imprese, che coraggiosamente decide di opporsi a ogni legame tra affari e criminalità”.

“Roma Capitale si è già costituita parte offesa e sarà parte civile, ritengo dunque molto significativo che anche il mondo produttivo, che rappresenta un pezzo fondamentale del tessuto civile, scelga con chiarezza di stare dalla parte giusta”, ha concluso il primo cittadino della Capitale.

 

GM