Quirinale, anche Vendola “benedice” Prodi

Nichi Vendola (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)
Nichi Vendola (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

La candidatura a presidente della Repubblica di Romano Prodi, che nei giorni scorsi ha visto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, piace anche al leader di Sel,  Nichi Vendola, la cui formazione politica aveva già appoggiato l’ex premier ed ex presidente della Commissione Europea, quando questi era stato proposto come nome per il Quirinale, battuto dalla “carica dei 101” franchi tiratori, nei convulsi giorni della rielezione di Giorgio Napolitano. Ha spiegato Vendola: “Come interlocutore Romano Prodi, in questo momento, è molto interessante, perché è l’unico, in questo momento, che ha avuto il coraggio di dire cose molto importanti sullo scenario internazionale. Il Partito democratico potrebbe, volendolo, chiedere rapidamente questa partita, cion un nome cosi’ autorevole”.

Il presidente della Regione Puglia, tra l’altro in scadenza di mandato dopo due legislature, non risparmia critiche proprio all’attuale Capo dello Stato per il suo discorso di ieri: “Abbiamo grande rispetto per Giorgio Napoltano, ma devo dire che l’esternazione di ieri non mi ha convinto per nulla. Credo sia nel diritto di ogni parlamentare poter esercitare le proprie prerogative, che sono quelle previste dai regolamenti parlamentari. E la presentazione di emendamenti non si può e non si deve prestare a nessun tipo di strumentalizzazione”.

Prosegue nelle critiche Nichi Vendola: “Credo che le vicende interne alle forze politiche debbano riguardare le forze politiche, e non debbano chiamare in causa responsabilità di tipo istituzionale. Credo che il sindacato faccia benissimo a mettere in campo un conflitto sociale rispetto a scelte che stanno peggiorando la crisi del paese. Per questi motivi, io non ho condiviso le parole di Napolitano”.

Scambio di tweet Speranza-Brunetta

Intanto, alle pressioni di Forza Italia, risponde su Twitter il presidente dei deputati del Partito democratico Roberto Speranza, spiegando: “Riforme e Presidenza della Repubblica sono su due piani da tenere ben distinti. Nessuno scambio e nessun ricatto può essere accettato”. Cinguetta a stretto giro il suo omologo in Forza Italia, Renato Brunetta: “A Roberto Speranza. Riforme e presidenza Repubblica sono facce stessa medaglia. No a forzature, ricatti o scambi”.

La politica, è evidente, si fa sempre più spesso a colpi di tweet ed sms: sta al buon senso e alla capacità delle parti, interpretarli nel modo più corretto.

 

GM