
In un’intervista al quotidiano economico tedesco Handelsblatt, il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ha detto che “il rischio di non rispettare” il mandato della Bce “sulla stabilità dei prezzi è più alto di 6 mesi fa”. Draghi ha poi confermato che la Bce è pronta a nuove misure per contrastare il rischio di inflazione troppo bassa se non di deflazione: “Siamo in una fase di preparazione tecnica per modificare la dimensione, la velocità e la composizione delle nostre misure all’inizio del 2015, se dovesse diventare necessario per reagire a un periodo troppo prolungato di bassa inflazione“. Draghi ha assicurato che su questo punto “c’è unanimità nel consiglio direttivo della Bce“.
Secondo il presidente della Bce, il rischio di deflazione nell’Eurozona “non può essere interamente escluso ma è limitato“, sottolineando, tuttavia, la necessità di una reazione di fronte a tale rischio. “Uno sguardo alla storia mostra che i prezzi in caduta possano mettere in pericolo la prosperità e la stabilità della nostra comunità proprio come l’alta inflazione”, ha sottolineato.
Sui tassi di interesse, Draghi ha detto: “Sono stati molto, molto bassi da lungo tempo e lo resteranno ancora per un po’“, poiché la fase di “moderata ripresa continua”, ma resta ancora “fragile e irregolare”, ha spiegato.
Il presidente della Bce ha richiamato ancora i governi europei ad impegnarsi di più nel fare le riforme. Un richiamo che vale anche per la Germania, da troppo tempo concentrata prevalentemente sull’export e poco propensa ad investire, dunque spendere, nel proprio mercato interno. “Importanti riforme strutturali – un mercato del lavoro più flessibile, meno burocrazia e meno tasse – stanno procedendo troppo lentamente”, ha ricordato Draghi, “è di tutta evidenza che la nostra politica monetaria sarebbe maggiormente efficace se i governi implementassero le riforme strutturali” .
Infine, Draghi ha affermato di essere “prudentemente ottimista” sull’andamento dell’economia europea nel 2015. Infatti, secondo il presidente della Bce l’Europa si trova in un “lungo periodo di debolezza” dell’economia, “non di una crisi”. “Io penso – ha aggiunto – che la combinazione della nostra politica monetaria e delle riforme da parte degli Stati membri ripristinerà la fiducia perduta”: Secondo Draghi nel 2015 l’economia dell’Eurozona tornerà a crescere.
In merito alle vicende politiche italiane e le dimissioni del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con l’ipotesi circolata in questi giorni di una sua successione al Quirinale, Mario Draghi è stato categorico: “Io non voglio essere un politico”, ha detto all’Handelsblatt, confermando che il suo mandato alla Banca centrale europea si concluderà alla scadenza naturale, nel 2019.
V.B.