Via del sesso a Roma, giunta Marino nell’occhio del ciclone

Roma Eur (Filippo Monteforte/Getty Images)
Roma Eur (Filippo Monteforte/Getty Images)

Non sono bastate le rassicurazione del sindaco Ignazio Marino, che ieri ha promesso “tolleranza zero per la prostituzione nei parchi pubblici dove ci sono le famiglie”, sottolineando come ai clienti delle lucciole verranno inviate multe “in cui si dice chiaramente che la sanzione di 500 euro è legata al fatto che si intrattenevano con prostitute”. La  proposta del presidente del IX Municipio Andrea Santoro, che godrebe dell’appoggio della giunta Marino, di una zona a luci rosse all’Eur sta scatenando molte polemiche e sul banco dell’accusa torna ad esserci il primo cittadino e la sua amministrazione.

Nei giorni scorsi era intervenuto sulla vicenda il quotidiano della Cei ‘Avvenire’, mentre oggi è la volta del prefetto Giuseppe Pecoraro, il quale ritiene che “non ci sono riferimenti normativi, anzi una legge c’è: si chiama Merlin. Fare ciò che vorrebbe Marino senza un intervento del governo o del Parlamento è reato: è favoreggiamento della prostituzione”. Durissimo anche il garante della privacy, Antonello Soro: “La notifica delle sanzioni, anche quelle amministrative, deve avvenire con modalità tali da garantire la riservatezza del destinatario, non deve rendere evidente la violazione commessa”.

“Si tratta di una norma a carattere generale, che vale quindi per tutte le sanzioni”, spiega Soro, attaccando: “Spero proprio che il Parlamento non condivida l’idea che bisogna utilizzare la gogna per scoraggiare la prostituzione. Una gogna che a mio parere si ispira  –  e non aggiungo altro perché non rientra nelle mie competenze  –  più a un’esigenza di natura morale che a ragioni di reale prevenzione. La gogna appartiene a una visione un po’ medievale del contrasto di un fenomeno anche criminale”.

Divisioni nel centrosinistra

La vicenda divide il centrosinistra: secondo il capogruppo Pd in Campidoglio, Fabrizio Panecaldo, “non si può passare dal decentramento amministrativo dei municipi al federalismo sessuale”. Il dirigente provinciale del partito Benedetto Paris è chiaro: “Sono molte le voci fortemente contrarie che dal Partito Democratico si stanno levando nei confronti del progetto ‘zone rosse’ non c’è quindi nessun imbarazzo, come invece si legge in alcune dichiarazioni della stampa, per coloro che vogliono ribadire la netta contrarietà alla possibilità che in alcune strade della Capitale possa essere legittimo acquistare il corpo femminile”.

Contrario anche l’ex sindaco Francesco Rutelli, che all’Eur risiede e che spiega a ‘Repubblica’: “In Italia la prostituzione è lecita ma è illecito favorirla e non c’è dubbio che in questo caso si organizzerebbe una sorta di mercato del sesso. Il che mi pare un’idea bislacca da parte di un’amministrazione pubblica. Non si capisce perché si dovrebbe considerare degno di tutela il diritto di sfruttare il corpo delle persone”. Quindi sul sistema sanzionatorio: “Se si può fare una multa da 500 euro per scoraggiare la prostituzione, allora vale sempre, non c’è bisogno di istituire strade a luci rosse”.

Infine, da parte di Rutelli, una serie di domande tra il serio e il provocatorio: “Cosa farebbe il municipio? Certificherebbe le prostitute buone e quelle cattive? E i vigili urbani? Attesteranno che nelle strade dedicate non ci sono magnaccia? E i clienti? Saranno costretti a pagare l’Iva? E le ragazze a rilasciare lo scontrino?”.

 

GM