
Tiene banco il dibattito sulla sconfitta elettorale di Renzi al referendum costituzionale di ieri, che egli stesso ha ammesso annunciando le dimissioni, una sconfitta che non lascia possibilità di appello, visti anche i sei milioni di voti di scarto a fronte di una martellante campagna elettorale del fronte del Sì. Mentre si affaccia l’ipotesi di un governo tecnico, l’intera Unione Europea guarda con preoccupazione alle conseguenze del voto in Italia. Non destano invece preoccupazioni particolari le reazioni della Borsa, con gli indici di Piazza Affari che tengono e l’euro che non crolla, dopo lo scivolone sulle piazze asiatiche ai minimi da 21 mesi sul dollaro.
Nel frattempo, Goldman Sachs in un report sull’analisi del voto referendario non sembra essere preoccupata più di tanto: “La vittoria del no al referendum non rappresenta un trauma istituzionale, l’architettura dello Stato italiano rimane quella in vigore dal 1948”, insomma nessuna paura per una lunga crisi istituzionale, ma da parte della banca d’affari la speranza che a breve si formi un nuovo governo che non passi per le urne, non necessariamente di natura tecnica, anzi il nuovo premier potrebbe essere espressione di questa maggioranza di governo.
Si legge infatti ancora nella nota: “Quello che è rilevante per i mercati è lo scenario che si apre ora e riteniamo che ci sarà un nuovo governo di transizione che porterà il paese alle elezioni alla scadenza naturale della legislatura”. Da parte di Goldman Sachs, c’è un nome che più di tutti sembra essere in pole position, quello dell’attuale ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
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GM