“Mio padre suicida: aveva capito chi era l’assassino di Serena”

Mollicone
Santino Tuzi e Serena Mollicone (Websource/archivio)

Si torna prepotentemente a parlare in questi giorni della morte di Serena Mollicone, la giovane 18enne uccisa ad Arce nei pressi di Frosinone ben 16 anni faNei giorni scorsi l’ennesima perizia svolta sul corpo della povera ragazza aveva mostrato una ferita al cranio che sarebbe compatibile con un segno individuato ai tempi su una porta all’interno della caserma dei carabinieri di Arce. Un dettaglio che avrebbe aggravato ulteriormente la posizione dei tre indagati per l’omicidio al momento ancora insoluto: l’allora maresciallo de carabinieri che presiedeva la stazione di Arce, Franco Mottola, sua moglie e suo figlio.

Oggi torna a parlare la  figlia di Santino Tuzi, il brigadiere della caserma di Arce morto suicida nel 2008: “Dietro la morte di mio padre c’è sicuramente la verità sul caso di Serena Mollicone. Sono certa che mio padre sapesse qualcosa e che era stato minacciato di ritorsioni nei confronti della famiglia. Per questo non disse nulla per sette anni. Il suo suicidio è stato l’ennesimo e l’estremo gesto di protezione nei nostri confronti. Forse lui sapeva, ma qualcuno lo ha costretto a tacere per tutto quel tempo”.

Ricordiamo che Tuzi aveva riferito ai Pm della Procura di Cassino di aver visto Serena mollicone, il primo giugno 2001, entrare nella caserma di Arce. Pochi giorni dopo avrebbe dovuto deporre nuovamente, ma si suicidò. Una circostanza troppo strana per non far pensare che ci sia qualcosa dietro. E’ il pensiero della figlia di Tuzi, ma anche dei magistrati che non demordono e continuano le loro indagini.

F.B.