Milan Giampaolo ha parlato in conferenza stampa. Il tecnico della squadra rossonera ha detto la sua sullo stato di forma dei ragazzi. Di seguito le dichiarazioni del mister.
Milan, Marco Giampaolo ha parlato in conferenza stampa. L’allenatore italiano sarà a breve impegnato in una gara contro la Fiorentina dell’ex Montella che potrebbe nascondere più di qualche insidia, soprattutto perché la squadra non sta rendendo come dovrebbe. La tensione è tantissima, i tifosi non sono contenti e la sconfitta contro il Torino spinge in molti a chiedere l’esonero dell’ex Sampdoria. Ecco le parole di uno dei discepoli di Sarri in conferenza stampa.
Milan, Giampaolo: “Cambierò il modulo, Piatek non è Quagliarella!”
“Torino? Abbiamo avuto il torto di non chiudere la partita, di non ammazzarla, è quella la strada per portare a casa la vittoria. In certi momenti non siamo riusciti a fare un buon filtro, ma per buona parte della gara mi sono divertito. La squadra giocava e provava certezze nel giocare. La gestione di alcuni momenti non è stata ottimale ma per alcuni dettagli.
Cosa non funziona? Mi preoccupo di come la squadra riesce a recitare la parte nel suo complesso. L’obiettivo è di giocare a calcio, di fare la partita e gestire i tempi, di avere il controllo della partita e una percentuale di possesso palla superiore agli avversari. Per buona parte della gara questo io l’ho visto, l’atteggiamento della squadra mi è sembrato di grande convinzione. Il dettaglio molte volte può far saltare il banco. La partita è svoltata nel momento in cui non siamo riusciti a chiuderla.
Piatek e Leao? Piatek in quella posizione ritrova il suo habitat, è abituato a giocare lì. Leao ha le caratteristiche per giocare di là. La sensibilità dei giocatori di trovarsi gli spazi è figlia delle sue qualità. Dobbiamo cercare di portare molti giocatori nella metà campo offensiva. Rimane più difficile con squadre che difendono in dieci giocatori. Loro due non escludono gli altri, io sono attento a quello che i calciatori riescono a dare nel collettivo.
Fragilità? Credo che si possa difendere migliorando il possesso palla. La squadra ha temperamento, bisogna essere bravi a gestire meglio il possesso palla quando c’è reazione da parte degli avversari. Non ci sono gare in cui si riesce a dominare per 95′, in quei minuti bisogna limitare l’avversario con le abilità tecniche.
Cambiamenti col 4-3-3? Devi riuscire a coprire bene il campo, a Torino abbiamo avuto un’ottima contrapposizione, la squadra ha fatto lavorare bene la linea difensiva finché ha avuto riferimenti, poi quando sono mancati abbiamo messo la linea difensiva a repentaglio. Col 4-3-3 dobbiamo essere bravi a portare i giocatori vicini a Piatek, sono dinamiche differenti rispetto al lavoro che abbiamo fatto prima. La squadra vive di piccoli dettagli, dietro c’è un lavoro certosino che i miei calciatori sono attenti a sostenere”.
La seconda parte della conferenza
“Se cambierò di nuovo il modulo? A me non piace cambiare, quando cambi perdi riferimenti, dobbiamo proseguire in una direzione, il 4-3-3 o 4-3-1-2 sposta poco, sono le caratteristiche dei giocatori che determinano un certo modo di recitare dentro la partita. Non vince il modulo. La Juventus di Allegri ha vinto tanti scudetti cambiando tanti moduli, non vince il modulo.
Felice della posizione del club? La fiducia non è qualcosa che ti regala perché sei bello, alto e con gli occhi azzurri. Per alcuni è il risultato, per altri è dare continuità al processo di lavoro. Tanti anno fa ho fatto il dirigente di una piccola, so come ragionano i club. Le valutazioni sono sui contenuti, se il club ha ritenuto di esporsi è perché avrà fatto le sue valutazioni.
Hernandez come sta? La produzione offensiva è stata buona anche per caratteristiche. Hernandez va sempre, anche quando non dovrebbe, è un grandissimo giocatore, ha bisogno di acquisire equilibri per diventare ancora più forte. Rodriguez è più razionale nella fase di non possesso. Il primo gol lo abbiamo preso su una ripartenza, il secondo gol lo abbiamo preso per aver regalato 3/4 giocatori sopra la linea della palla. Il Milan ha un modo di difendere che non può prescindere dall’aiuto collettivo.
Se ho fatto vedere i gol di Quagliarella a Piatek? Piatek l’anno scorso ha fatto tanti gol, ognuno ha le sue caratteristiche, non ci sono paragoni. Ai miei attaccanti faccio vedere cosa producono loro durante la partita”.
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