Regionali:affluenza in calo di 9 punti rispetto al 2005

I dubbi e le preoccupazioni, espresse in questi giorni sul pericolo astensionismo per questa tornata elettorale amministrativa, si stanno gradualmente trasformando in realtà concrete. Secondo gli ultimi dati infatti, l’affluenza alle urne è in calo di 9 punti rispetto alle precedenti elezioni. Alle 22 hanno votato il 47,08 per cento degli aventi diritto contro il 55,96 di cinque anni fa.

Le più colpite sono le regioni cosiddette “sensibili”, quelle in bilico come Piemonte, Lazio, Puglia e Liguria; per il Piemonte si parla di un 8,2 per cento in meno; l’affluenza in Liguria cala del 9 per cento, nel Lazio si registra un tracollo con il 12,4% per cento in meno. Leggermente migliore il dato dell’affluenza in Puglia, con il 43,7 per cento di elettori alle urne contro il 53,3 di cinque anni fa. In Campania, altra regione in dubbio, il calo è leggermente più contenuto: quasi 6 punti in meno.

La flessione, alla chiusura dei seggi dopo il primo giorno di voto, è comunque un male comune: in Basilicata il calo è di 5,5 punti, in Veneto di 7 punti, di 9,3 in Lombardia, e tra il 9 e l’11 per cento nelle regioni ‘rosse’ Emilia Romagna, Marche, Umbria e Toscana. In Calabria il dato risulta in calo di quasi il 7%.

A preoccupare ancor di più è il fatto che anche i sondaggi prevedono un aumento dell’astensionismo: un milione e, nella peggiore  delle previsioni, addirittura di due milioni di votanti in meno. Sono gli stessi sondaggi a rilevare, poi, che sarebbe soprattutto il Pdl al Sud ad essere maggiormente penalizzato dall’astensione, mentre – al Nord – sarebbe la Lega a trarre vantaggio dal diffuso malcontento. Non ci resta che aspettare la chiusura dei seggi e vedere se la giornata primaverile ha influenzato le scelte degli italiani.