Iraq, serie di attentati a Baghdad. La Casa Bianca allarmata

Venerdì di sangue in Iraq. Una serie di autobombe, almeno 4, e un attentatore suicida hanno colpito duramente i quartieri sciiti di Baghdad provocando la morte di almeno 70 persone ed il ferimento di altre 180. Le auto imbottite di esplosivo e l’uomo bomba sono esplosi a Sadr City, nel quartiere al-Amin, nel quartiere al-Hurriya e nel quartiere di al-Ghafraniya ed in una sede del gruppo che fa capo all’imam Moqatada al-Sadr sempre a Sadr City. Questo plurimo attacco terroristico mirava senza ombra di dubbio ad ottenere quante più vittime possibili. Una certezza dettata dal fatto che ha interessato luoghi affollatissimi, in particolare i luoghi di culto, dato che oggi era venerdì di preghiera per i musulmani e i mercati affollati per la giornata festiva. La mattanza è iniziata nei pressi della moschea di Abdel Hadi al-Chalabi, nel quartiere settentrionale Hurriya dove è scoppiato il primo ordigno proprio quando i fedeli uscivano dalla moschea alla fine della preghiera del venerdì. Una seconda autobomba è saltata in aria davanti alla moschea sciita di Mohsen al-Hakim nel distretto di Al-Ameen, nella parte orientale della capitale e quella di al-Sadrein a Zaafaraniya, nel centro di Baghdad. Altre due esplosioni hanno invece investito due mercati, uno in Haifa Street, nel pieno centro della capitale e l’altro a Sadr City il popoloso e povero quartiere sciita nel nord della capitale irachena. Secondo la tv di stato irachena, ‘al-Iraqiya’, l’entità del numero delle vittime poteva essere molto superiore a quella resa nota dal ministero degli Interni iracheno se gli agenti della sicurezza non fossero riusciti a trovare e disinnescare altri 9 ordigni rinvenuti nei quartieri di al-Zaafraniya e di al-Muamala. Per ora non ci sono state rivendicazioni ufficiali, ma le autorità irachene puntano il dito contro gli uomini di al Qaeda. Anche per il generale Qasim Attah, portavoce della sicurezza irachena, gli attacchi di oggi sono una ritorsione all’uccisione di Abu Omar al-Baghdadi e Abu Ayub al-Masri, i due importanti capi di al Qaeda avvenuta domenica scorsa. Dopo le bombe di oggi a Baghdad si è tenuta anche una riunione straordinaria alla Casa Bianca presieduta dal presidente americano Barack Obama, a dimostrazione della gravità del fatto. I terroristi oggi non hanno colpito solo nella capitale irachena, ma anche nella città di Khalidiya nella provincia sunnita di Anbar, Iraq occidentale. Qui almeno 11 persone sono rimaste uccise e diverse altre ferite nell’esplosione di sei ordigni rudimentali. Tre ordigni sono esplosi vicino alle case di un giudice istruttore antiterrorismo e di due funzionari di polizia di Khalidiya. Il giudice è rimasto illeso mentre un commissario di polizia e la sua famiglia sono morti. Altri 3 ordigni sono esplosi in un mercato popolare sempre nel centro città, nel quartiere Dora provocando il ferimento di una decina di persone. Quello accaduto oggi in Iraq è avvenuto mentre il Paese vive una situazione di stallo politico, seguita alle elezioni dello scorso 7 marzo. Voto che ha decretato che la coalizione dell’ex premier Ayad Allawi ha superato di 2 seggi il partito del premier uscente Nuri al Maliki, costringendo i due a trattative per infruttuose per giungere alla formazione di una coalizione di governo. Fatto questo che di certo distrae il governo uscente dalla gestione della sicurezza interna del Paese, di cui è il massimo responsabile. Un vuoto di potere di cui i terroristi stanno approfittando.

Ferdinando Pelliccia