Tennis Wimbledon, Nadal mette ko Berdych e si conferma numero 1 del mondo

LONDRA – Rafael Nadal ha vinto per la seconda volta in carriera il titolo sull’ erba di Wimbledon. Dopo il successo del 2008, ecco il bis. Il numero uno del mondo ha battuto in finale il ceco Tomas Berdych, testa di serie numero 12, in tre set: 63 75 64.

LA FINALE – Praticamente coetanei i due rivali: Nadal ha compiuto 24 anni lo scorso giugno, Berdych ne farà 25 il prossimo settembre. Chiaramente a favore di Rafa l’esperienza di match così importanti e l’abitudine a vincere. Il mancino spagnolo, per restare solo ai Championships, era alla sua quarta finale dopo quelle del 2006 e del 2007, perse contro Roger Federer, e quella del 2008 vinta superando al quinto set il campione svizzero svizzero. Per Berdych si trattava invece della prima finale in un torneo del Grande Slam. Dopo le vittorie su Federer nei quarti e Djokovic in semifinale, Tomas ha probabilmente pagato l’emozione e la tensione di giocare una finale nel torneo più prestigioso del mondo. Meriti di Rafa a parte, in pratica Berdych ha regalato il primo set subendo due break. Poi nel primo game della seconda partita, nonostante qualche errore di troppo di Nadal con il diritto, ha mancato tre palle break che lo avrebbero rimesso in partita (il gioco è durato circa un quarto d’ora). Rafa ha quindi pazientemente atteso il passaggio a vuoto dell’avversario che è puntualmente arrivato, guarda caso, al dodicesimo game. Sotto 6-5, Berdych è andato servire per restare nel set e anche in questo caso ha pagato la tensione cedendo il game a zero. Non ha servito una prima, soprattutto ha commesso tre ingenui errori di diritto in accelerazione, che hanno consegnato il secondo set allo spagnolo. Il match si è praticamente chiuso qui: sotto di due set le chance del ceco, già ridotte, si sono praticamente azzerate. Insomma sarebbe servito un miracolo o un gentile regalo di Nadal. Rafa però sconti non ne fa a nessuno, né Berdych, sostenuto dal pubblico del Centre Court che ovviamente avrebbe gradito un match più lungo, è stato bravo ad approfittare di qualche piccola concessione del rivale. Lo spagnolo ha concesso un’altra palla break, la quarta dell’incontro, nel terzo game del terzo set, ma il ceco ha messo in rete un comodo rovescio bimane su uno slice di pura rimessa dell’avversario. Il break di Nadal è arrivato puntuale, quasi “chirurgico”, al decimo game del terzo set. Tremolante il braccio di Tomas e fine della corsa: Rafa ha chiuso 64 con un gran passante incrociato di diritto su un attacco un po’ avventato di Berdych, poco lucido, dopo due ore e tredici minuti.

ANCORA DOPPIETTA – Trionfatore il mese scorso sulla terra rossa del Roland Garros, Nadal per la seconda volta in carriera ha centrato la prestigiosa accoppiata Parigi-Wimbledon, impresa messa a segno già nel 2008. Un exploit riuscito nell’era open (dal 1968) solo ad altri due giocatori dopo Rod Laver (capace di centrare il Grande Slam nel 1962 e nel 1969): Bjorn Borg (1978, 1979 e 1980) e Roger Federer (2009).

RAFA E’ TORNATO NADAL – Se dodici mesi, quando aveva appena dovuto rinunciare a difendere il titolo ai Campionships perché infortunato, fa gli avessero detto che sarebbe tornato a giocare una finale a Wimbledon probabilmente anche lui, “mostro” di grinta e determinazione, avrebbe fatto fatica a crederci. Dopo un inizio di 2010 disturbato dai soliti problemi alle ginocchia (ritiro nei quarti degli Australian Open contro Murray), il mancino di Manacor ha disputato una straordinaria stagione sul rosso vincendo di fila i “Masters 1000” di Montecarlo, Roma e Madrid e chiudendo in bellezza con il quinto sigillo al Roland Garros. E’ arrivato a Londra da numero uno del mondo, ma due del seeding: gli organizzatori gli avevano preferito Federer i virtù dei sei trofei nella bacheca dello svizzero. A soli 24 anni sono otto i titoli Slam già conquistati: oltre cinque al Roland Garros (2005, 2006, 2007, 2008 e 2010), due a Wimbledon (2008 e 2010) e uno agli Australian Open (2009). La metà rispetto a Federer, che ne vanta 16 (record di titoli dello Slam), ma ha cinque anni in più rispetto al rivale. Insomma Roger è ancora lontano sì, ma non irraggiungibile. Intanto Rafa ha raggiunto campioni come Andre Agassi, Ivan Lendl, Jimmy Connors, Ken Rosewall e Fred Perry nel numero dei titoli vinti nei torneo dello Slam.

Nadal grazie al trionfo londinese rafforza la sua posizione di numero uno del ranking mondiale (era tornato in vetta alla classifica dopo il successo del mese scorso al Roland Garros): il numero due Djokovic è staccato di quasi tremila punti. Per Rafa quello di Wimbledon è il titolo numero 41 in carriera nel circuito maggiore, il quinto del 2010 dopo Monte Carlo, Madrid, Roma e Roland Garros.

BERDYCH E’ DIVENTATO GRANDE – L’ultimo tennista dell’allora Cecoslovacchia a giocare la finale ai Championships è stato Lendl: Ivan giocò e perse le finali del 1986 (contro Becker) e del 1987 (contro Cash). Vinse, invece, Jan Kodes nel 1973. Note statistiche a parte, va sottolineato che nonostante il ko con Nadal, il ceco di Valasske Mezirici, grandissimo talento sinora inespresso a causa di una discontinuità di rendimento talvolta irritante, sembra ormai maturo per i grandi traguardi. Dopo la semifinale al Roland Garros, ecco la finale a Wimbledon. Nadal è ancora un gradino su, ma se Tomas gioca come ha fatto negli ultimi due mesi non ha nulla da invidiare a chi gli sta davanti in classifica, a cominciare da Djokovic e Murray. Intanto da lunedì salirà al numero 8.

Fit