Medici in sciopero contro la manovra. A causa dell’ astensione dal lavoro, proclamata a livello nazionale da medici, veterinari e dirigenti della sanità pubblica per protestare contro la manovra economica del Governo, negli ospedali e nei presidi territoriali pubblici potranno saltare visite specialistiche, esami diagnostici ed operazioni chirurgiche. Saranno comunque garantite le urgenze. Alle 12 si terrà un sit in a piazza Montecitorio a Roma.
Lo sciopero è unitario ed è stato proclamato da Anaao Assomed, Cimo-Asmd, Aaroi-Emac, Fp Cgil medici, Fvm, Fassid, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials medici, Sds Snabi, Aupi, Sinafo, Fedir sanita’, Sidirss. “Chiediamo scusa ai cittadini per i disagi – spiega Massimo Cozza, segretario nazionale Fpcgil Medici – ma è in gioco il bene prezioso della sanità pubblica. Ci vogliamo far sentire, con il primo sciopero nazionale unitario da quando è in carica il Governo Berlusconi, andando anche in camice bianco davanti alla Camera dei Deputati, dove si avvia la discussione sulla manovra economica”. “Il governo e il Parlamento – denunciano i sindacati – hanno dimostrato di non avere alcun interesse per la salute dei cittadini di questo Paese e per i professionisti chiamati a tutelarla, perseguendo un progressivo impoverimento del servizio pubblico, destinato ad un ruolo residuale, povero per i poveri”. In particolare sottolineano i sindacati, il testo finale del provvedimento non contiene alcuna risposta ai temi sollevati nell’ultimo mese, ovvero: “Nessuna risposta sul blocco del turnover che determinerà nei prossimi 4 anni una carenza di circa 30.000 medici e dirigenti sanitari necessari al funzionamento degli ospedali e dei servizi territoriali, anche a fronte del licenziamento della metà dei precari in settori fondamentali quali il pronto soccorso e i trapianti; “nessuna risposta sulla precarizzazione di tutti gli incarichi professionali, non rinnovabili a prescindere da merito e competenze, che spalanca le porte alla invadenza della politica”; “nessuna risposta sul congelamento della progressione economica prevista e finanziata dal Ccnl e non dalla spesa pubblica, e sulla mancata retribuzione dei turni notturni e festivi”; e “nessuna risposta alla richiesta di attenzione per i giovani medici esageratamente penalizzati nel trattamento economico e nelle prospettive di carriera”.
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