Il Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Ue ha adottato oggi un nuovo pacchetto di sanzioni nei confronti dell’Iran che per la sua portata economica non ha precedenti. Le misure restrittive colpiscono in particolare il settore energetico – petrolio e gas – e quello finanziario, nonché i trasporti. Con queste sanzioni l’Unione europea, così come indicato dal vertice, va oltre le misure decise dal Consiglio di sicurezza dell’Onu il 9 giugno scorso e spera di spingere Teheran a riprendere i colloqui per trovare una soluzione al confronto aperto ormai da anni sulle attività di arricchimento dell’uranio condotte in Iran.
L’accordo di massima raggiunto nei giorni scorsi dagli ambasciatori dei 27 paesi membri è stato ratificato oggi nel corso della riunione dei ministri degli Esteri a Bruxelles. Le sanzioni per indurre Teheran a rinunciare al programma nucleare vanno ben oltre il pacchetto approvato il 9 giugno dal Consiglio di sicurezza dell’Onu.
«E’ il pacchetto di sanzioni più severe che l’Ue abbia mai adottato contro l’Iran o qualunque altro paese», sottolineano alcuni diplomatici europei.
La novità consiste proprio nell’obiettivo delle sanzioni, che puntano ad indebolire il settore delle industrie del gas e petrolio, con l’introduzione di un divieto di nuovi investimenti in questi campi. Le conseguenze delle sanzioni saranno evidenti anche sul settore dei trasporti merci, con controlli rafforzati in tutti i porti e gli scali europei. Verranno ridotti gli spazi per gli scambi commerciali con limiti ai crediti all’esportazione, con il divieto di attività di alcune banche iraniane e con l’aggiunta di una quarantina di nomi alla lista nera per la concessione dei visti.
Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad aveva messo in guardia l’Europa annunciando conseguenze se questo pacchetto dovesse essere varato: l’Iran reagirà «con fermezza – ha detto il capo di stato -. Chiunque parteciperà allo scenario degli Stati Uniti sarà considerato un paese ostile(…). L’Iran darà una risposta ferma a qualsiasi minaccia».
Stati Uniti e Australia hanno già adottato nuovi pacchetti di sanzioni, presto seguirà anche il Canada. Persino la Russia, finora molto conciliante nei confronti di Teheran, ha preso le distanze.
Da Oltreoceano arriva la notizia che «un attacco militare contro l’Iran da parte degli Stati Uniti non è mai stato tanto probabile come adesso». Lo ha affermato alla Cnn un ex capo della Cia, Michael Hayden spiegando che, a dispetto degli sforzi diplomatici americani, Teheran continua a portare avanti il suo programma nucleare. Durante l’era Bush, ha spiegato Hayden, «un intervento militare era in fondo alle possibili opzioni». Ma adesso – ha aggiunto nel corso della trasmissione State of the Union «sembra inesorabile. E sto cominciando a credere che non sia la peggiore di tutte le ipotesi possibili». Nonostante gli avvertimenti e gli sforzi da parte della comunità internazionale, l’Iran sta cercando di raggiungere «quel gradino appena sotto l’arma nucleare», così da essere pronto, senza varcare la linea rossa: un evento tanto «destabilizzante per la regione, come se avesse davvero l’arma atomica. Noi votiamo nuove sanzioni. Loro vanno avanti. Noi cerchiamo un deterrente. Loro continuano ad andare avanti», ha concluso Hayden.
L’Iran è pronto ad avviare «immediatamente» delle trattative con le potenze occidentali, sui dettagli della proposta fatta in maggio di scambio di combustibile nucleare. Lo ha dichiarato oggi da Istanbul il capo della diplomazia iraniana, Manouchehr Mottaki.
(Ilsole24ore, 26 luglio 2010)
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