ECONOMIA USA/ Ripresa a rilento, disoccupazione problema principale, ma niente da rimproverare a Obama

La ripresa traballa, gli esperti si fanno prendere dai dubbi e dal pessimismo, ma in fin dei conti l’operato del Governo americano non dispiace e l’opinione generale è che non dovrebbe fare più di quello che fa per sostenere l’economia. Una notizia, almeno una, positiva per il presidente Barack Obama, che sulle questioni economiche non riesce a riconquistare il cuore degli americani.

Detto questo, non sono esattamente buone notizie quelle che arrivano dal sondaggio del Wall Street Journal. I 56 economisti sentiti hanno dipinto un quadro fosco, in cui crescita tiepida e alto tasso di disoccupazione rendono le prospettive poco allettanti. Il rischio maggiore per l’economia? E’ l’alto livello di disoccupazione, ma “troppi pochi posti, salari troppo bassi e spese per consumi troppo basse” sono le risposte andate per la maggiore, seguite a ruota da parole come “inflazione, deflazione, tagli ai governi locali e statali”.

In generale, non si prevede che il tasso di disoccupazione scenda al di sotto del 9 per cento prima della fine di giugno 2011, mentre le assunzioni dovrebbero crescere al ritmo di 136.000 posti al mese nell’arco dei prossimi 12 mesi, in calo dalle 157.000 unità stimate a luglio. Inoltre, le stime sulla crescita sono per un 2,5% nel terzo trimestre e un 2,9% nel 2011, in calo dal 3,1% per entrambi i periodi stimato tre mesi fa.

Le previsioni si inseriscono in un contesto in cui il mercato del lavoro appare in grave affanno. In giugno e luglio il tasso di disoccupazione è rimasto inchiodato al 9,5%, le aziende sono restie ad assumere e gli ex lavoratori che chiedono sussidi sono in continuo aumento. Gli ultimi dati in questo senso sono arrivati ieri, quando le richieste iniziali sono cresciute di misura (2.000 unità), ma sono arrivate al massimo in sei mesi, sorprendendo gli analisti che attendevano un calo.

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