SPAGNA / Sciopero generale, prima vera protesta contro il governo Zapatero

SPAGNA – Quello che conta negli scioperi è il numero delle adesioni. In Spagna, nel primo sciopero generale nei sei anni di governo del premier José Luis Zapatero, almeno il 70 per cento dei lavoratori ha incrociato le braccia. Le cifre sono quelle dei due grandi sindacati promotori della protesta, la socialista Ugt e la comunista Ccoo. Per il governo socialista invece la partecipazione è stata diseguale a seconda delle regioni. La serrata è stata indetta contro la riforma del mercato del lavoro e il giro di vite anti-deficit. Le misure prevedono la diminuzione delle indennità di licenziamento, il taglio del 5 per cento degli stipendi dei dipendenti pubblici e il possibile aumento dell’età pensionabile a 67 anni.

Quello di oggi è stato il settimo sciopero generale dalla fine della dittatura franchista nel 1975. La data della mobilitazione non è casuale. Mentre per le strade della Spagna sfilavano 10 milioni di lavoratori, a Bruxelles oltre 100mila manifestanti di 24 Paesi hanno accolto la chiamata dei sindacati europei contro le politiche di austerità promosse dall’Unione europea.

“È stato un successo di partecipazione democratica”, ha detto in conferenza stampa il segretario generale della Ccoo, Ignacio Fernandez Toxo. Secondo i sindacati l’adesione è stata del 30 per cento nei grandi centri commerciali, del 45 per cento nel piccolo commercio, del 40 per cento nel settore alberghiero e del 98 per cento nei servizi di pulizia, mentre il consumo elettrico industriale ha subito un calo del 18 per cento.

Per rispetto del diritto di sciopero, sancito dalla Costituzione, re Juan Carlos ha cancellato tutti gli impegni ufficiali esterni ed è rimasto a lavorare nel suo studio.

“A Madrid ci sono state le proteste più dure”, ha detto José Ricardo Martínez, rappresentate della Ugt. Nella capitale, ha detto l’amministrazione locale, ha circolato il 75 per cento dei treni della metropolitana, ma bidoni dell’immondizia non sono stati raccolti oggi e sono rimasti nelle strade. A Barcellona le proteste sono sfociate in scontri tra i manifestanti che hanno alzato barricate e la polizia. Alla fine delle cariche, quattro dimostranti sono stati arrestati con l’accusa di disordini e resistenza a pubblico ufficiale. In tutto il Paese i fermati sono stati 75.

Dal canto suo il ministro del Lavoro, Celestino Corbacho, ha voluto essere conciliante e ha ricordato come i sindacati abbiano garantito i servizi minimi. “Vado a lavorare per garantire il diritto di sciopero e il diritto al lavoro”, aveva detto invece il primo ministro Zapatero.

In tre anni il debito pubblico della Spagna è salito dal 36 al 72 per cento e la disoccupazione sfiora il 20 per cento

Ntnn