PREMIER BRITANNICO AL VERTICE UE SI OPPONE ALL’AUMENTO DEL BILANCIO EUROPEO

David Cameron

PREMIER BRITANNICO AL VERTICE UE SI OPPONE ALL’AUMENTO DEL BILANCIO EUROPEO – Se a Londra, come a Berlino, Roma, Parigi e mezza Europa, devono fare finanziarie da lacrime e sangue, anche l’Europa deve stringere la cinghia.
E’ il messaggio che arriva oggi da Bruxelles quando l’euroscettico David Cameron definisce ”una follia” il fatto che la Ue nel 2011 voglia aumentarsi il bilancio di quasi il 6%.
Il premier di sua Maestà vanta di avere ”13 paesi con noi”. Dopo aver incassato già ieri sera i sì convinti degli euro-leader Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, oggi infatti sono arrivati anche quelli di Berlusconi, Zapatero e del maltese Gonzi.
Ma la battaglia del grano tra governi nazionali e istituzioni europee – Parlamento e Commissione alleate – sui bilanci prossimi venturi e’ appena cominciata. Con gli eurodeputati del Ppe (la stessa ‘famiglia’ di Merkel-Sarkò-Berlusconi, primo europartito di Strasburgo) pronti a ”tenere duro” come annuncia il berlusconiano Mario Mauro.
E con loro anche i 14 stati membri che dall’Europa hanno solo da guadagnare, Polonia ed Ungheria in testa. D’altra parte quella del 2011 e’ solo la prima pedina di scambio, la vera posta in gioco sono gli oltre mille miliardi di euro del ‘quadro finanziario’ 2014-2020 e le ‘risorse proprie’ di cui la Ue vuole dotarsi (tra le ipotesi della Commissione: Iva europea, carbon tax o tassa sui viaggi aerei, con lo spettro dell’ Eurobond sullo sfondo).
Ieri sera, dopo che Cameron aveva lanciato il diktat, tanto il presidente dell’Europarlamento quanto il presidente di turno del Consiglio hanno fatto poco più che spallucce.
Oggi il premier britannico canta vittoria perché ”per la prima volta il tema del budget entra nell’agenda”.
Nel documento finale è scritto che è ”essenziale” che ”il bilancio 2011 ed il prossimo quadro finanziario pluriennale riflettano gli sforzi di risanamento dei conti pubblici attualmente compiuti dagli Stati membri per condurre il disavanzo e il debito su una via piu’ sostenibile”.
Con una chiosa non secondaria: il tutto tornerà in Consiglio dopo che saranno finiti i 21 giorni di trattativa governi-istituzioni europee già cominciato mercoledi’ scorso. E ci tornerà ”tenendo conto dell’esigenza di realizzare gli obiettivi dell’Europa”.
Per Mario Mauro, capo della delegazione Pdl nel Ppe, ”il Ppe sta col Parlamento e noi con il Ppe, mi aspetto e mi auguro che Parlamento e Commissione tengano duro”.
La presa di posizione british non sorprende (”Blair fu pure piu’ duro”). Tanto meno che sia appoggiata da euroconvinti come Merkel&Sarkozy: ”Nessuno puo’ resistere alle pressioni delle opinioni pubbliche interne”.
E non si fa impressionare da Cameron neppure la stampa britannica, che subito dopo lo show del premier lo bombarda: era venuto affermando che non avrebbe concesso neppure un penny di aumento, invece canta vittoria per il +3%? Il ”muscolare” (per autodefinizione) David risponde ricordando che ”ogni punto percentuale tagliato è un guadagno da oltre 100 milioni di sterline per i contribuenti inglesi”, sostiene di aver voluto tutelare anche gli interessi di tutti i contribuenti d’Europa.
Ma un giornalista della Bbc, il cui budget è congelato per i prossimi anni, lo inchioda: ”A noi sarebbe piaciuto molto se avessimo avuto un aumento del 2,91%”.

Fonte: di Marco Galdi, Ansa