CASINI PROPONE GOVERNO DI SOLIDARIETA’ NAZIONALE – Pier Ferdinando Casini detta le condizioni per l´ingresso dell´Udc in «un governo di armistizio, di responsabilità e solidarietà nazionale». Ma la Lega dice no: «Chi perde sta all´opposizione». L´apertura di Casini è arrivata a Milano per la chiusura dell´assemblea nazionale del suo partito “Più Nord per far ripartire l´Italia”. «Non ci piace questo governo – ha spiegato il leader dell´Udc – Non ci piace la Lega e non ci fidiamo delle promesse di Berlusconi. Se vogliono cambiare, ci siederemo al tavolo, ma ci aspettiamo fatti, non chiacchiere. Per tre o quattro anni bisognerebbe non pensare a chi vince le elezioni, ma a governare facendo anche scelte impopolari».
Ma proprio dal Carroccio è arrivato subito il primo stop. «Stimo Casini, ma il governo di armistizio non so cosa sia – replica senza giri di parole Roberto Maroni, ospite del programma “In 1/2h” di Lucia Annunziata su Raitre – Per me chi vince governa, chi ha perso sta all´opposizione». La proposta di Casini irrita anche i vertici del Pd che commentano a caldo: «Dovrà chiarire se vuole essere tra i protagonisti che aprono una fase nuova per il Paese o tra le comparse della fine del berlusconismo». Non dispiace, invece, sia al Pdl che ai finiani. «Prendiamo atto che Casini ha un atteggiamento costruttivo e non distruttivo come il Pd» – precisa il presidente dei deputati pidiellini Fabrizio Cicchitto. Anche il leader dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri ammette: «Con Casini è possibile un confronto». Mentre il coordinatore nazionale del Fli Adolfo Urso la trova «seria è fondata. Non può essere lasciata cadere nel vuoto».[…]
L´ex presidente della Camera attacca ancora il bipolarismo. «Questo meccanismo politico e istituzionale non sta in piedi, costruisce armate che vincono le elezioni e il giorno successivo non riescono a governare». Problema che il leader dell´Udc prevede che si riproporrà anche se il governo superasse il prossimo voto di fiducia. Prospettiva che impensierisce anche la Lega. «Non faccio conti – taglia corto ancora Roberto Maroni – La Lega è compatta, ma sul Pdl non so fare previsioni». Salvo poi lanciare una stoccata al premier sul caso Ruby e sulla sua ormai famosa telefonata alla Questura di Milano perché liberassero la ragazza marocchina. «Per me – dice il ministro dell´Interno – era importante capire se quella telefonata aveva provocato un comportamento sbagliato dei poliziotti. Dopodiché io non l´ho mai fatto e non lo farei mai. Non è giusto, né corretto». Maroni ha parlato anche di Dell´Utri. «Se la Cassazione confermerà la condanna, sarà una cosa grave e probabilmente Dell´Utri dovrà andare in galera».