Alfano esclude l’ipotesi di dimissioni di Berlusconi: “E’ un’eventualità che non consideriamo”

Angelino Alfano

ALFANO DICE NO A DIMISSIONI BERLUSCONIAngelino Alfano sta lavorando per restituire al governo e al Pdl almeno una parvenza dell’ormai perduta compattezza e per rinforzare la maggioranza apre il dialogo con Claudio Scajola e Beppe Pisanu, che sembrano pronti a separarsi dal partito del premier, e strizza l’occhio a Pier Ferdinando Casini. Il leader dell’Udc, però, non sembra intenzionato ad ascoltare le sirene del segretario del Pdl e continua a chiedere l’allontanamento di Berlusconi dalla poltrona di Palazzo Chigi. “L’unica cosa credibile che il premier possa fare è farsi da parte”, ha dichiarato ieri in un’intervista rilasciata a La Repubblica. Eventualità, quella delle dimissioni, che non viene presa in considerazione dal premier e dal suo braccio destro. “E’ una condizione impraticabile e ingiusta – dichiara Alfano intevenendo al convegno del Pdl a Saint Vincent – Io lavoro per un percorso di allargamento dell’area moderata, senza condizioni capestro”.
Nonostante in questi giorni si sia assistito ad un aspro scontro tra Berlusconi e il ministro Tremonti e, più in generale, gli  esponenti del Pdl stiano esprimento opinioni sempre meno omogenee in merito alle politiche del governo e alle questioni di attualità, l’ex guardasigilli smentisce che all’interno del partito esistano strappi e divergenze e, rispolverando un motivetto ever green, scarica la colpa sulla stampa. “C’è un eccesso di enfasi sull’ipotesi di divisione interne al Pdl – dice – Quando nel Pdl non ci sono discussioni ci si dice che siamo una caserma, e quando si discute si dice invece che è il caso. I giornali non riescono a trovare una via di mezzo ma non riusciranno a farci litigare“.

Dopo aver precisato che non c’è alcuna intenzione di “tornare indietro sul bipolarismo”, Alfano si è lanciato in un attacco all’opposizione, accusando il centrosinistra di “provincialismo” che non fa “guardare gli orizzonti più ampi che caratterizzano questi nostri tempi”. “Pensano che se vincesse Bersani – aggiunge – le borse subirebbero una spettacolare impennata e i mercati recupererebbero fiducia e lo spread rispetto al bund tedesco si accorcerebbe e anche alla City di Londra cambierebbe tutto”.

T.D.C.