Alluvione a Genova, contestazioni al sindaco Vincenzi

Alluvione Genova

ALLUVIONE GENOVA – Dopo il dramma, sono arrivate l’inchiesta e le polemiche. Genova si è risvegliata questa settimana in un clima spettrale e carico di dolore, con le strade deserte e interi quartieri letteralmente irriconoscibili, invasi da fango, detriti e auto accatastate. Si piangono le vittime di questa assurda sciagura, quattro donne e due bambine. I genovesi si rimboccano le maniche e cercano di rimettere in sesto la loro città.

Oggi, la Procura di Genova ha aperto un fascicolo sulle sei vittime dell’alluvione. Un atto dovuto, fanno sapere. Il sostituto procuratore Stefano Puppo, che si sta occupando del caso, aspetta la relazione della polizia su quanto avvenuto. In seguito, potrà essere formulata l’eventuale ipotesi di reato.

Dopo il lutto, è il momento delle polemiche e delle contestazioni. Oggi, il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, giunta sul luogo del disastro per verificare la situazione, è stata accolta dalle urla dei residenti, che le hanno gridato contro: “Vergogna, vergogna, vattene a casa, dimissioni”. Al centro della polemiche c’è soprattutto la mancata chiusura delle scuole, alcune delle persone che hanno perso la vita stavano proprio tornando da scuola.

Il Presidente della Repubblica Napolitano si è detto “scosso per quanto accaduto a Genova”, “una tragedia per danni e lutti”. “Cerchiamo ancora di capire quali siano state le cause”, ha commentato il Capo dello Stato.

Questa mattina è arrivato in città il cardinale Angelo Bagnasco, che ha visitato il quartiere Marassi e ha incontrato gli abitanti: “Siate forti – ha li ha esortati – è come l’alluvione del ’70. Il dolore è grande, ma ora è il momento di rimboccarsi le maniche”.

Nel frattempo, sono giunte le critiche del capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, che ha accusato le amministrazioni, ma anche i cittadini, puntando il dito soprattutto contro i condoni edilizi. “Si è costruito dove non si doveva costruire – ha denuciato Gabrielli -, non c’è stata una tutela del territorio” e in alcuni casi di costruzioni abusive, ha aggiunto, “sono intervenuti i soliti condoni che hanno consentito di passare da una situazione di illiceità a una di liceità”. Per il Capo della Protezione civile non è un problema di leggi, che nel nostro Paese non mancano, bensì un problema di “sensibilità e consapevolezza”, è un “problema culturale”, quindi. Si tende ad addossare la responsabilità allo Stato, ha spiegato Gabrielli, perché “è l’ente più lontano dalle responsabilità che stanno sul territorio”. “Se i cittadini si comportano in una determinata maniera e se le amministrazioni locali permettono che ciò accada, poi non ci lamentiamo”, ha aggiunto.

Il Capo della Protezione Civile ha anche criticato il comportamento tenuto dai genovesi durante il nubifragio, nonostante gli avvisi e l’allerta meteo: “La gente ha tenuto comportamenti in contrasto e controproducenti rispetto a una politica seria di Protezione civile”. Il problema nel nostro Pese, secondo Gabrielli, è “quello di ogni singolo cittadino di autoproteggersi”.

 

Valeria Bellagamba