L’Irlanda nel 2010 dichiarò bancarotta: ora si svelano retroscena scottanti sul rapporto con le banche

Il Parlamento irlandese

 

 

IRLANDA – Due ex ministri del precedente governo irlandese guidato da Brian Cowen rivelano scottanti retroscena parlando ai microfoni dell’emittente RTÉ. All’interno di un documentario in due episodi intitolato ‘Crisis – Inside the Cowen Governament’ ,il quale verrà trasmesso a partire da questa sera, Mary Hanafin e Willie O’Dea, all’epoca rispettivamente ministro per gli affari sociali e ministro della difesa, dichiarano pubblicamente di essere stati costretti a prendere decisioni fondamentali per il paese seguendo modalità poco appropriate.

Il reportage, diretto da Pat Lehay, intende denunciare le irregolarità commesse dall’amministrazione Cowen durante gli anni del suo mandato e si concentra in particolare su alcuni episodi avvenuti nell’autunno 2008, periodo in cui l’Irlanda si trovò a fronteggiare, sulla scia della recessione globale, una pesante crisi finanziaria causata dal fallimento di alcune tra le banche più importanti del Paese. La soluzione pensata dal governo all’epoca fu quella di cedere ingenti somme di denaro alle banche. Il risultato dello sforzo economico fatto dall’amministrazione nel tentativo di salvare gli introiti delle compagnie di prestito si rese visibile a partire dal 2010, anno in cui lo Stato irlandese dichiarò la bancarotta e fu affidato al monitoraggio dell’International Monetary Found.

Mary Hanafin ha dichiarato di aver ricevuto una telefonata nelle prime ore del 30 settembre 2008, giornata nera per le finanze irlandesi, durante la quale fu costretta a pronunciarsi in merito alla questione. “Mi è stato detto che la decisione di offrire supporto economico alle banche era l’unica possibile per salvaguardare i risparmi dei cittadini irlandesi e che era bene venisse presa prima dell’apertura mattutina dei mercati”. Condannando pubblicamente le modalità e le circostanze in cui le fu richiesto di deliberare la Hanafin ha guardato retrospettivamente alla vicenda aggiungendo: “Quella decisione non andava presa alle 1 e 45 della notte, sarebbe stato opportuno convocare i membri del consiglio e permettere a tutti di votare a Dublino”.

Secondo Willie O’Dea il governo non aveva un regolare mandato per rigirare una parte delle proprie entrate in favore delle compagnie bancarie e forse sarebbe stato più appropriato indire nuove elezioni per formare un altro esecutivo.

 

 

Nicoletta Mandolini