
PROCESSO CLAPS – Si è aperto oggi a Salerno il processo per l’omicidio di Elisa Claps, la ragazza scomparsa nel 1993 da Potenza e ritrovata cadavere nel 2010 nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità della stessa città. Imputato per l’omicidio è Danilo Restivo, già in carcere in Inghilterra dove sta scontando una condanna all’ergastolo per l’omicidio di Heather Barnett, da lui uccisa nel 2002. Tracce del Dna di Restivo sono state rinvenute sul cadavere di Elisa.
Oggi il Gup di Salerno, Elisabetta Boccassini, ha rigettato la richiesta dell’arcidiocesi di Potenza di costituirsi parte civile nel processo contro Restivo. Il giudice ha motivato la decisione con la negligenza della chiesa della Santissima Trinità per il fatto che il corpo di Elisa Claps è rimasto nel sottotetto della chiesa stessa per molto tempo. La chiesa di Potenza non può quindi vantare alcuna pretesa di risarcimento danni a causa della “mancata diligenza nel controllo e gestione dei locali”.
In mattinata, alla notizia della richiesta di costituzione come parte civile della Diocesi di Potenza, il fratello e la mamma di Elisa Claps avevano manifestato dolore e sconcerto. “E’ una vergogna” aveva detto Gildo, fratello maggiore di Elisa, mentre la mamma Filomena aveva commentato: “Avrei preferito trovare mia figlia comunque, in un campo, dovunque, ma non nella chiesa. In molti sapevano che in quella chiesa c’era Elisa. Io ho sempre detto che Elisa è entrata e non è uscita. Danilo Restivo è stato aiutato da tutti e queste persone devono fare un esame di coscienza perché se la Barnett in Inghilterra è morta, la colpa è di chi non ha fatto il proprio dovere”.
Tra le parti civili ammesse al processo, oltre alla famiglia Claps, ci sono anche il Comune di Potenza e l’associazione “Telefono donna”. Queste ultime richieste sono state accolte dal Gup in quanto la vicenda è una ferita aperta per la città di Potenza ed è anche un simbolo della violenza contro le donne.
Redazione