
CRISI CGIL – Il governo Berlusconi è terminato e in questi giorni si tirano le somme del suo operato. Dal punto di vista del lavoro la Cgil ha riferito che la crisi internazionale “ha messo a nudo le debolezze strutturali dell’economia italiana, cresciuta fino al 2008 ad un ritmo pari a circa la metà di quello medio del’Unione“. Inoltre il Pil, ossia il prodotto interno lordo, “è tornato, nel punto minimo, quello di nove anni prima, una regressione temporale che non ha uguali in Europa”.
Secondo uno studio basato sulle statistiche ufficiali “sono inesorabili: tra il 2008 e il 2010 il crollo dell’occupazione è stato rovinoso. Si sono persi almeno 863 mila posti di lavoro. La crisi ha peggiorato la situazione e ha inciso anche sull’andamento dei contratti interinali e atipici. Penalizzate soprattutto alcune figure”. In dieci anni il “mercato del lavoro italiano è stato caratterizzato da profondi mutamenti economici e sociali. Alle carriere lavorative che assicuravano nel tempo stabilità e importanti protezioni di welfare – ha continuato la Cgil – si contrappongono le cosiddette carriere ‘atipiche’ caratterizzate da discontinuità, incertezza e rischi crescenti di una riduzione degli standard lavorativi”.
Infine per quanto riguarda l’andamento del mercato “se per un verso è conseguenza della recessione, per altro verso risponde alla ‘necessità’ di un’economia profondamente depressa, che sente la sofferenza dell’incapacità del Paese di percorrere un vero progetto di sviluppo e, in questa cornice resta prigioniera di vecchie e nuove contraddizioni”.
Intanto l’avvio della settimana non è stato dei migliori per le Borse europee. Ieri i mercati del vecchio continente hanno vissuto una giornata pesante e alla conclusione delle sedute tutti gli indici erano in calo. E oggi la situazione non appare destinata a migliorare, almeno a giudicare dalle aperture delle piazze del vecchio continente: Londra, Parigi e Francoforte perdono rispettivamente lo 0,37%, lo 0,94% e l’1,08.
Redazione online