FECONDAZIONE ASSISTITA – Le nuove linee guida alla legge 40 sulla fecondazione assistita, redatte dal Ministero della Salute, escludono, a quanto è dato di sapere, il ricorso alla fecondazione assistita per le coppie portatrici di malattie genetiche.
Subito si è sollevato un duro coro di critiche. L’avvocato Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni, ha denunciato come le nuove linee guida si discostino dalla “consolidata giurisprudenza” che si è formata in seguito alle decisioni di quei tribunali, come Salerno, Firenze e Bologna, “che consentono anche alle coppie fertili portatrici di patologie genetiche di accedere alla fecondazione assistita per effettuare diagnosi preimpianto sull’embrione“. Le nuove linee guida del Ministero della Salute, ha accusato l’avvocato Gallo, “ledono gravemente e palesemente i diritti delle coppie, causando altresì un grosso spreco di denaro pubblico”.
Critico anche il Dott. Severino Antinori, presidente della World Association of Reproductive Medicine, che ha definito la decisione del Ministero “oscurantista, liberticida e fortemente discriminatoria nei confronti di pazienti affetti da patologie genetiche”. “Grazie alla diagnosi pre-impianto, riammessa dopo il divieto imposto dalla legge 40/2004 in seguito al mio ricorso alla Corta Costituzionale – ha spiegato Antinori -, si possono infatti escludere dal trattamento di Pma gli embrioni portatori di gravi malattie genetiche quali la beta-talassemia, la fibrosi cistica e la sindrome di Down”. Non permettere a “pazienti portatori di geni per patologie gravi o affetti dalle stesse” di ricorrere alla fecondazione assistita “rappresenta quindi una grave violazione dei diritti umani e un atto fortemente discriminatorio e razzista”, ha concluso Antinori.
Redazione