Disoccupazione in Grecia: cervelli in fuga verso la Germania

Atene, il Partenone

DISOCCUPAZIONE IN GRECIA – Colpiti dalla crisi economica e dall’agghiacciante tasso di disoccupazione che ha recentemente raggiunto il 18% della popolazione attiva, un numero sempre più rilevante di giovani greci prende la fuga dal proprio paese per dirigersi altrove in Europa, verso mete senz’altro più appetibili da un punto di vista economico, ma spesso, per loro sfortuna, obbligate.

In Germania, inutile nasconderlo, i Greci non godono di molta popolarità: la crisi del debito greco e il piano di aiuti che ha fatto appello alla contribuzione economica dei più ricchi paesi d’Europa ha generato infatti diffuso malumore al di là del Reno. Tuttavia, la meta privilegiata delle centinaia di cervelli attualmente in fuga dalla Grecia è, senz’ombra di dubbio, proprio la Germania, dove il tasso di disoccupazione si attesta ad un “virtuoso” 6,5%.

L’immigrazione ellenica in questo paese rimonta agli anni ’60. All’epoca, la Germania, in pieno miracolo economico, firmava un accordo con la Grecia e la Spagna concernente i cosiddetti “lavoratori invitati”, dopo che un accordo simile era già stato firmato con l’Italia nel 1955. Mancando tragicamente di operai per mandare avanti le proprie industrie, la Germania recrutò in quegli anni migliaia di immigrati, spesso analfabeti. Successivamente, la crisi petrolifera del 1973 obbligò il paese ad una riconversione economica, e fu allora che gli immigrati greci si specializzarono nel terzo settore, aprendo ristoranti ed agenzie di viaggi: un business destinato a durare fino ai nostri giorni. Oggi, tuttavia, diversamente dagli anni ’60 e ’70, la crescita della disoccupazione in Grecia e l’emigrazione di un rilevante numero di laureati greci in Germania offrono al colosso economico d’Europa una manodopera di alta qualità. “Non abbiamo abbastanza medici in Germania.

E in Grecia i giovani devono aspettare a lungo per ottenere un posto fisso”, spiega Beate Raabe, portavoce della centrale tedesca per l’impiego dei salariati stranieri (ZAV), organismo pubblico che dipende dall’Agenzia nazionale per l’impiego. “Da quest’anno, inoltre, prestiamo molta attenzione ai giovani ingegnieri greci interessati a venire in Germania”. Una gran parte di questi giovani, rileva Beate Raabe, padroneggiano poco o per nulla la lingua e questo spiega perché la domanda di corsi di tedesco in Germania sia letteralmente esplosa negli ultimi mesi: il numero di elevi greci negli istituti Goethe è infatti aumentato del 30% dall’inizio dell’anno rispetto al 2010.

 

Paolo Battisti