
TUNISIA: SCONTRI – Non solo in Egitto, la tensione sembra tornare anche in Tunisia, il Paese da cui è partita la cosiddetta “Primavera araba”. Ieri a Kasserine, nell’aera centro-occidentale del Paese, migliaia di manifestanti si sono radunati per protestare contro “l’oblio dei martiri” della loro città da parte dell’Assemblea costituente, che si è riunita per la prima volta martedì 22 novembre. Le autorità tunisine hanno inviato la polizia che ha usato i gas lacrimogeni contro i manifestanti e ha anche sparato in aria alcuni colpi di arma da fuoco.
Circa 4.000 persone si sono radunate spontaneamente davanti alla sede regionale del sindacato per quella che all’inizio era una manifestazione pacifica, ma che è però degenerata quando alcune persone tra la folla hanno cercato di forzare l’ingresso di una prigione e hanno lanciato pietre contro la polizia. Un dirigente sindacale ha ricordato che la città di Kasserine è stata tra quelle che hanno avuto più vittime durante la rivoluzione contro il regime di Ben Ali e “l’oblio dei suoi morti da parte degli eletti del popolo è inaccettabile”. Il ricordo dei nomi dei “martiri della rivoluzione” è stato fatto solo dopo la richiesta di uno degli eletti all’Assemblea costituente, durante la seduta inaugurale dell’assemblea stessa.
Scontri però si sono registrati anche in altre località della Tunisia: il ministero dell’Interno ha riferito di disordini a Thala e Feriana, sempre nella zona centro-occidentale del Paese, e a Gafsa, città mineraria a 350 chilometri a sud-ovest di Tunisi, dove da alcuni giorni si stanno svolgendo sit-in di disoccupati.
Redazione