Scandalo fiscale in Danimarca: trema l’ex ministro Troels Lund Poulsen

Troels Lund Poulsen

SCANDALO FISCALE IN DANIMARCA – In Danimarca il governo di centro-sinistra avvierà una commissione di inchiesta indipendente che avrà lo scopo di chiarire se alcuni membri del precedente esecutivo conservatore abbiano o meno fatto pressioni per condizionare i risultati della verifica fiscale che ha riguardato il premier Helle Thorning-Schmidt e suo marito. L’annuncio è stato fatto dal ministro del Fisco, Thor Möger Pedersen.

I fatti risalgono all’estate del 2010, quando Thorning-Schmidt era ancora solo leader dell’opposizione. Il sospetto, come ha spiegato lo stesso Möger Pedersen, è che  il liberale Troels Lund Poulsen (responsabile del ministero delle Finanze nel precedente governo guidato dal conservatore Rasmussen) abbia cercato insieme ad alcuni stretti collaboratori del partito liberale di condizionare le decisioni dell’Agenzia delle entrate riguardo agli accertamenti fiscali su Thorning-Schmidt: obiettivo sarebbe stato quello di screditare la principale avversaria del centro-destra.

La storia è la seguente: Stephen Kinnock, marito di Helle Thorning-Schmidt, nell’estate del 2010 fu coinvolto in un accertamento fiscale. L’uomo abitava in Svizzera ma era stata diffusa la voce che lui e sua moglie avessero in realtà aggirato il fisco danese mettendo a segno una sorta di truffa ai danni dello stato. Secondo questa tesi Kinnock avrebbe dovuto pagare le tasse in Danimarca e non in Svizzera. Gli accertamenti del Fisco arrivarono a far cadere qualunque tipo di accusa.

Il ministro Thor Möger Pedersen ha denunciato alla stampa che in almeno un caso il suo predecessore Troels Lund Poulsen avrebbe cercato di fare pressioni per condizionare la decisione dell’Agenzia delle entrate.

Sarà quindi una commissione d’inchiesta a far luce su quanto accaduto. Tutti i partiti non hanno avuto nulla in contrario e lo stesso Troels Lund Poulsen ha affermato di non avere scheletri nell’armadio. Le spiegazioni dell’ex ministro, però, non sono state considerate sufficienti dal governo. Con la stampa, invece, Troels Lund Poulsen si è sempre trincerato dietro il diritto-dovere alla riservatezza: argomento questo criticato da più parti, soprattutto nelle ultime settimane quando il caso è tornato prepotentemente a galla.

 

Antonio Scafati