Manovra finanziaria, le reazioni dei partiti: ok di Casini e Alfano, dubbi di Bersani, no di Vendola

 

MANOVRA FINANZIARIA – La manovra da 30 miliardi lordi varata dal governo tecnico dovrebbe consentire di raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2013 e tenterà di raddrizzare il Pil in calo per il 2012. Il decreto varato dal Cdm addossa un grosso onere sulla previdenza e sui piccoli risparmiatori e mantiene quasi inviolati i grandi patrimoni, ma a quanto pare sia il Pdl che il Pd sembrano tirare un sospiro di sollievo dato che sono state evitati alcuni provvedimenti che erano particolarmente a cuore alla loro linea politica. Le pensioni al di sotto dei 960 euro non subiranno tagli e verranno adeguate all’inflazione con una una tantum dell’1,5% sui capitali rientrati dall’estero con lo scudo fiscale voluto dall’ex ministro Giulio Tremonti. Ma sorride anche il partito di Berlusconi: non ci sarà nessuna patrimoniale sui beni mobili e immobili e nessun aumento delle due ultime aliquote Irpef. Ma il ceto medio sarà comunque gravato da un’imposta sul bollo che graverà su tutte le forme di risparmio (ad es. le polizze vita) e colpirà i piccoli risparmatori. Una patrimoniale sulle grandi ricchezze come in Francia avrebbe provocato una “fuga” in attesa di essere portata a termine.

I partiti sembrano salutare con favore la ricetta Monti, pur con piccole riserve, ma il Professore ora conta nel loro appoggio in Parlamento, fondamentale per prseguire in questo piano “salva Italia”. Il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, afferma che la manovra non soddisfa le richieste dei democratici, ma non sembra voglia negare il proprio consenso alle Camere: “Lavoreremo affinchè l’equità sia ancora più forte perchè se qualche passo è stato fatto, non risponde del tutto alle nostre aspettative”, mentre sulla lotta all’evasione fiscale precisa: “Noi abbiamo proposto un rafforzamento molto netto dei meccanismi di lotta all’evasione, con l’utilizzo delle banche dati per i controlli affinchè la fedeltà fiscale diventi la normalità e come si fa in Paesi come Francia e Germania. Credo – ha precisato Bersani – che questo sarà un punto sul quale mettere bene le lenti”.

Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, appoggia in toto il disegno di Monti: “Le misure sono durissime ma le argomentazioni di Monti mi sono sembrate solide e convincenti… Preferisco un Presidente del Consiglio che dice parole amare ma di verità – scrive su Facebook – piuttosto che le vuote rassicurazioni del passato che hanno illuso il Paese e rinviato la soluzione dei problemi. Le misure sono durissime ma le argomentazioni di Monti mi sono sembrate solide e convincenti”.

Il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, palra di misure “lacrime e sangue” ma necessarie in un periodo di gravissima recessione economica: “Alcune prime valutazioni solo di merito di una manovra che evidentemente è di lacrime e sangue a seguito di una drammatica situazione internazionale che fa correre all’Italia rischi gravissimi. Da un lato è significativo che sia saltato ogni provvedimento sull’Irpef, mentre dall’altro lato gli aspetti più duri della manovra riguardano da una parte la casa e dall’altra le pensioni”.

Molto critico Nichi Vendola, presidente di Sel: “Si fa fatica a vedere anche un solo segnale di equità nella manovra del governo Monti. Tutto grava sulle spalle dei ceti mediobassi”.

 

Luigi Ciamburro