
CRISI EUROZONA – Al vertice salva-euro di Bruxelles l’Ue perde lungo la strada la Gran Bretagna di David Cameron creando una spaccatura interna e un’Europa a due velocità. La modifica dei Trattati destinata a rafforzare la disciplina di bilancio viene firmata da 26 Paesi, mentre il premier inglese preferisce rispettare la propria sovranità nazionale: David Cameron chiedeva, in cambio del suo via libera, un’esenzione dall’applicazione delle regole Ue sui servizi finanziari. Ma la richiesta è stata fermamente respinta da molti, in primis Nicholas Sarkozy, autore di uno scontro a distanza con il premier inglese, ma respinta anche da Mario Monti. Alla fine l’asse franco-tedesco sembra uscirne vincitore e può procedere alla stesura di un nuovo Trattato intergovernativo, il cosiddetto Patto di bilancio che sarà firmato il prossimo marzo dai 17 Paesi dell’eurozona e altri nove che hanno deciso di aderire pur non adottando la moneta unica. La Gran Bretagna resta l’unica autoesclusa. I 17 dell’Eurozona hanno deciso di rafforzare i controlli e darsi regole più severe sulla gestione dei conti pubblici, saranno puniti con sanzioni automatiche quegli Stati che non rispetteranno le nuove norme, l’operatività del fondo salva-Stati permanente Esm sarà operativo dal 2012 e verrà gestito dalla Bce.
Secondo la Casa Bianca dal vertice Ue giungono segnali positivi per la risoluzione della crisi, ma servono ulteriori passi avanti: “Ci sono segni di progresso e questo è una buona cosa, ma ovviamente ne servono altri”, ha affermato il portavoce della Casa Bianca Jay Carney.
Luigi Ciamburro