Alfieri Lorenzon, intervista al direttore dell’Aie sulla situazione dell’editoria e il mercato degli e-book

INTERVISTA ALFIERI LORENZON – Caro Sig. Lorenzon, lieti di ospitarla su Direttanews. E’ il direttore dell’Associazione Italiana Editori: ci può anticipare qualcosa sui progetti ed iniziative dei prossimi mesi dell’Aie?

L’Associazione confermerà anche per il 2012 obiettivi e impegni: favorire la crescita professionale degli editori, difendere il diritto d’autore e promuoverne la conoscenza, studiare il mercato editoriale e la diffusione della lettura ma anche promuovere iniziative che diano un contributo alla diffusione del libro e della cultura italiana in Italia e nel mondo. In questo senso continueranno le occasioni di scambio internazionale, già a partire dalla missione a Calcutta di fine febbraio, per proseguire poi con London Book Fair e Buchmesse a Francoforte, appuntamenti irrinunciabili per lo scambio dei diritti. Stiamo anche valutando la possibilità di partecipare a Book Expo America e alla Fiera internazionale del libro di Pechino. Questo però è anche un anno di grandi trasformazioni: stiamo tentando di guidare il processo che sta aprendo il mercato librario italiano all’e-book.

Un commento personale su questo fenomeno “e-book”, esploso da pochi anni e destinato a rivoluzionare il mondo dell’editoria…

L’e-book è un fenomeno che si sta affermando sempre più. In Italia la previsione a fine anno è di raggiungere i 20mila titoli disponibili: non sono pochi e le cifre sono destinate a incrementarsi velocemente, specie dietro la spinta dell’arrivo sul nostro mercato di e-reader come il Kindle. Le potenzialità di crescita sono enormi ma di fatto stiamo parlando ancora solo dello 0,1% del mercato complessivo del libro. Certo siamo ancora lontani dagli obiettivi che si sono dati gli americani di raggiungere tra qualche anno quota 20% del mercato (sono al 6% circa complessivamente, al 13,6% se si considera solo la fiction).

In una recente intervista ha affermato come in Italia la lettura di libri sia nettamente inferiore rispetto agli altri Paesi europei: ci racconti qualcosa di più a questo proposito….

Il nostro Paese (in cui secondo i dati Istat il 46,8% degli italiani legge un – uno! – libro in un anno) è staccato di 13.5 punti dalla Spagna, di 23.2 punti dalla Francia, di 10 punti dalla Svezia,  di 8.2 punti dalla Germania. Valori che chiariscono ancora una volta il quadro competitivo con il quale le imprese italiane, dalle case editrici alle libreria, si trovano ad operare. Un perimetro ristretto del mercato della lettura significa, come si vede, un mercato ancor più ristretto in termini di acquirenti. Significano minori risorse economiche e finanziarie a disposizione dei diversi attori della filiera per innovazione e investimenti, in tecnologie ma anche in nuove politiche autoriali, in rinnovamento della distribuzione e dei punti vendita al dettaglio, in processi di internazionalizzazione, nella partecipazione a fiere o missioni all’estero per vendere o comprare diritti.

Il professor Nova dell’Università Bocconi di Milano ha negli scorsi mesi elaborato uno studio intitolato “Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione: quali interventi per tornare a crescere?”, con l’obiettivo di cercare soluzioni per rilanciare le industrie italiane del settore: può darci un parere personale sull’argomento?

AIE è partner storico della Filiera della carta e ne ha condiviso fin dall’inizio il percorso e la visione: si è cercato di individuare i numeri che identificano il mercato della Filiera nel suo complesso, definendo ipotesi di politica fiscale e industriale per stimolare le nostre attività imprenditoriali. Penso al credito d’imposta sulla carta, al credito d’imposta su innovazioni e investimenti pubblici e alla defiscalizzazione degli acquisti di prodotti editoriali (specie in età scolare): l’obiettivo, assolutamente condiviso, è far progredire nel complesso la filiera.

Simone Ciloni