
CRISI ECONOMICA – Il leader della Cgil Susanna Camusso rompe ogni indugio e si schiera apertamente contro il governo Monti e la manovra economica che a breve sarà approvata anche in Senato, per poi diventare esecutiva dal gennaio 2011. Nel giorno della mobilitazione dei dipendenti pubblici, della scuola, dei medici e delle poste il segretario generale del primo sindacato italiano promette che la mobilitazione è soltanto agli inizi e renderà difficile l’iter intrapreso dal Professore, reo di far gravare i costi della recessione economica sui soliti noti. In un’intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’ la Camusso parla di provvedimenti che metteranno in ginocchio le classi medio-basse per i prossimi sei-sette anni, specie per quanto riguarda il capitolo ‘pensioni’: “C’è una straordinaria sottovalutazione e una supponenza impressionante da parte del governo – ha detto Susanna Camusso – nel non capire le conseguenze della riforma delle pensioni, che rappresenta un intervento brutale sui prossimi 6-7 anni per tante persone che non potranno accedere alla pensione e non avranno un sussidio”. Una riforma che ha l’intento, a detta dei sindacati, di “smontare il pilastro delle pensioni pubbliche” e di penalizzare “chi non può sottrarsi e non si è mai sottratto al Fisco” per fare cassa nel minor tempo possibile. “Contesto che si possa pensare che ci siano lavori che si possono fare fino a 70 anni. Se la immagina una sala operatoria con infermieri settantenni? Mica sono tutti banchieri“.
Ma gli strali infuocati della Camusso sono originati anche dalle nuove dichiarazioni del ministro Elsa Fornero circa l’articolo 18 e il contratto unico per i giovani, visto come soluzione al precariato giovanile, piaga sociale che rappresenta una palla al piede per la crescita nazionale. “Lancio una sfida – dice la leader della Cgil al ‘Corriere’ -: facciamo costare il lavoro precario di più di quello a tempo indeterminato e scommettiamo che nessuno più dirà che il problema è l’articolo 18?… Vogliamo combattere la precarietà? Si rialzi l’obbligo scolastico, si punti sull’apprendistato e si cancellino 52 forme contrattuali atipiche”.
Sulle prossime mobilitazioni la Camusso ha affermato che si consulterà prima con gli altri sindacati, ma la linea della Cgil è quella di un’opposizione dura e spietata contro le decisioni del governo Monti: per i prossimi scioperi “valuteremo con Cisl e Uil. Io sono per continuare la mobilitazione. Non finisce qui”. Stamane i tre leader sindacali incontreranno Nichi Vendola a Roma per parlare della difficile situazione finanziaria e sociale. E forse della prossima ondata di proteste…
Luigi Ciamburro