Crisi economica: spread e inflazione preoccupano l’Italia, Mario Monti accelera su fase 2

Il premier incaricato Mario Monti

 

 

CRISI ECONOMICA – Spread e inflazione incutono timori sulla situazione economica italiana che, nonostante l’approvazione della manovra, non acquista la fiducia dei mercati. Ma il professore Mario Monti intraprende la fase 2 consultando singolarmente i partiti, Pier Luigi Bersani e Silvio Berlusconi prima, poi ieri Angelino Alfano, Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli, al fine di trovare un consenso quanto più ampio circa le prossime scelte per affrontare la recessione. Dopo il giro di consultazioni e il varo del decreto ‘Milleproroghe’ insieme al rifinanziamento delle missioni all’estero, il premier ha incontrato Ignazio Visco, governatore di Bankitalia, mentre il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha incontrato Mario Draghi, a causa dello spread (differenziale fra il rendimento dei titoli pubblici italiani e quelli tedeschi) che è tornato a viaggiare sopra i 500 punti. Una turbolenza finanziaria che non dipende più dalla politica economica italiana, bensì dalla speculazione che agisce in un mercato poco limpido, almeno fino a quando la cancelliera Angela Merkel non concederà via libera agli eurobond.

Ma intanto Mario Monti lavora alla fase 2 e dopo il rigore è il momento delle crescita, con il varo delle riforme e delle liberalizzazioni che dovrebbero dare una spinta al rilancio economico: la crisi chiede risposte rapida, ma per mettere a segno le riforme nel modo migliore servirà un po’ di tempo, forse marzo, anche se probabilmente l’Ue chiederà di accorciare i tempi e l’esecutivo ha fissato un Cdm per il prossimo 28 dicembre. Ieri a Palazzo Chigi la delegazione del Pdl ha insistito sul fatto che l’Itaia debba ricoprire un ruolo di primo piano all’interno dell’Eurozona, spezzando quell’asse franco-tedesco che sembra manipolare i destini di un intero continente: “Abbiamo chiesto un confronto col governo per stimolare la crescita e lavorare per far sentire più forte la voce dell’Italia in Europa”, ha detto il segretario del Pdl, le cui parole vengono riecheggiate da Fabrizio Cicchitto: “Abbiamo manifestato a Monti la necessità di una riflessione sul nostro ruolo in Europa. Bisogna andare oltre il direttorio a due Francia-Germania, altrimenti si rischia che si inneschi un meccanismo recessivo in Europa e che l’Italia vi si trovi in mezzo”.

Più passivo ma collaborativo il comportamento dell’Udc di Pier Ferdinando Casini, che sottolinea quanto sia importante dare massima fiducia all’esecutivo tecnico: “L’Udc non avanza richieste nè proteste perchè il premier Mario Monti va solo assecondato, aiutato – ha spiegato Casini-. Abbiamo parlato di questioni internazionali, di liberalizzazioni e rilancio dell’economia. Oggi aiutare Monti, aiutare questo governo significa aiutare gli italiani”.

Ma gli incontri di ieri a Palazzo Chigi non hanno mancato di suscitare polemiche a priori. Il leader di Idv Antonio Di Pietro rievoca gli spettri della Prima Repubblica: “Questi riti degli incontri, fuori dalla sedi istituzionali come le commissioni o le aule del Parlamento, con i segretari e i notabili dei partiti, al solo fine di accordarsi sulle cose che va bene a loro – spiega l’ex pm -, è un comportamenti tipico da Prima Repubblica. Le decisioni che vengono prese non sono il frutto di una democrazia trasparente, ma di accordi che avvengono nelle ‘sagrestiè e solo per motivi che interessano i partiti. Mi auguro che, con la fine dell’anno, termini anche questo giochino. Altrimenti – ha concluso Di Pietro – è davvero necessario andare al più presto a votare, affinchè siano i cittadini a decidere chi deve governare”.

 

Luigi Ciamburro