LA DANIMARCA E I PRIGIONIERI IRACHENI – Questi ultimi giorni dell’anno in Danimarca sono scossi da una questione molto delicata, che coinvolge vecchie amministrazioni, premier oggi a capo della Nato, militari in missione in Iraq. Parliamo di ciò che il quotidiano Politiken ha rivelato qualche giorno fa, vale a dire che le truppe danesi in Iraq avrebbero consegnato prigionieri di guerra alle autorità locali, nonostante le direttive internazionali vietino di farlo: nessun prigioniero può infatti passare nelle mani di chi è sospettato praticare tortura e pena di morte. Eppure è successo, almeno secondo quanto ha scritto l’attuale capo della difesa, Knud Bartels, in un memorandum consegnato al ministro della difesa Nick Hækkerup. Il nuovo governo di centro-sinistra ha istituito una Commissione d’inchiesta per far luce su quanto accaduto in Iraq dal2003 in poi.
Interpellato dal quotidiano Politiken, l’ex capo della Difesa danese non sembra preoccupato. Hans Jesper Helsø, in carica dal 2003 al2008, hadichiarato attraverso le pagine del giornale di non temere i lavori della Commissione. Poche parole molto calibrate, in effetti nessun commento nel merito. Aspettiamo di vedere cosa salterà fuori, dice in sostanza Helsø, prima di emettere una sentenza.
Intanto anche l’ex premier conservatore Anders Fogh Rasmussen (oggi segretario generale della Nato) ha promesso che fornirà al Parlamento tutte le informazioni necessarie, affinché si faccia luce sui fatti avvenuti in Iraq e sulle presunte violazioni delle norme commesse dalle truppe danesi.
Già questi pochi elementi lasciano intendere come lo scandalo possa ingigantirsi. Secondo il quotidiano Politiken, inoltre, almeno sin dal 2004 il Ministero della Difesa (in quelli anni a guida conservatrice) sapeva delle pratiche condotte dai militari danesi in Iraq. Il dicastero pare fosse informato che i prigionieri iracheni venivano torturati nelle prigioni del paese mediorientale, ma ne avrebbe tenuto all’oscuro il Parlamento.
Sono queste ultime novità a far pensare a diversi esponenti del centro-sinistra oggi maggioranza che ci sia stata una responsabilità politica dietro le violazioni delle norme internazionali. Se il Parlamento dovesse considerare il comportamento dell’ex ministro difesa Søren Gade Jensen (in carica dal 2004 al 2010) come una violazione delle regole costituzionali, per lui potrebbe aprirsi una procedura di impeachment.La Sinistra Radicale(seconda forza del governo) ritiene che ci siano gli estremi per un’accusa di questo tipo. L’ex titolare del dicastero della difesa – dopo giorni di silenzio – ha dichiarato che è sbagliato pensare che il Parlamento danese sia stato di proposito tenuto all’oscuro su quanto accadeva in Iraq. Al contrario, secondo Gade il Parlamento è stato informato ogni volta che le truppe danesi sono venute a conoscenza di episodi di torture ai danni di prigionieri iracheni.
Antonio Scafati