Don Verzè: aperta la camera ardente, nel pomeriggio i funerali nel veronese


FUNERALI DON VERZE’ – Si è aperta questa mattina, nel Ciborio dell’ospedale San Raffaele di Milano, la camera ardente di don Luigi Verzè, fondatore del San Raffaele, deceduto per una crisi cardiaca il 31 dicembre scorso. Don Verzè era indagato da alcuni mesi per il crac finanziario dell’ospedale. La camera ardente rimarrà aperta fino alle 11:30. Nel pomeriggio, alle 14:30, verrà celebrato il funerale nella chiesa di San Giorgio a Illasi, in provincia di Verona, cittadina dove don Verzè era nato.

Don Verzè, grande amico prima di Bettino Craxi e poi di Silvio Berlusconi, è stato un personaggio controverso: stimato per il suo impegno nella creazione di una struttura ospedaliera di alta eccellenza come il San Raffaele, è stato tuttavia criticato per le sue amicizie e le frequentazioni con i potenti, anche con i servizi segreti, e per le manie di grandezza che lo avrebbero portato a “spese folli”. Un prete-imprenditore, benvoluto e discusso allo stesso tempo. Don Luigi Verzè è venuto a mancare proprio nel giorno dell’asta per l’acquisto del San Raffaele e a cinque mesi di distanza dal suicidio del suo ex braccio destro, Mario Cal. Proprio nei giorni in cui si toglieva la vita Cal, scoppiava lo scandalo del San Raffaele, con la crisi finanziaria della Fondazione Monte Tabor, che guida l’ospedale stesso, per un debito di 1,5 miliardi di euro. Mario Cal era stato accusato dai Pm di essere tra i promotori dell’ “associazione a delinquere”, che ha portato alla bancarotta della struttura ospedaliera, per la quale rimangono indgati l’ex direttore finanziario della struttura Mario Valsecchi e l’intermediario Pierluigi Daccò. Don Verzè, invece, era stato indagato per concorso in bancarotta fraudolenta.

Per evitare il tracollo totale del San Raffaele, l’ospedale è stato messo all’asta. Per rilevare la struttura sanitaria ha presentato un’offerta di 305 milioni di euro il gruppo San Donato, che fa capo a Giuseppe Rotelli, altra figura di spicco della sanità in Lombardia.

Redazione