Ungheria: Viktor Orban apre alla dittatura, massicce proteste a Budapest contro nuova Costituzione

Viktor Orban

 

 

UNGHERIA – Dal primo gennaio è entrata in vigore la nuova Costituzione dell’Ungheria, voluta insistentemente dal presidente ultraconservatore Viktor Orban e che inaugura una serie di leggi liberticide, come quella che garantisce l’indipendenza della Banca centrale ungherese, le riforme della giustizia, dei mass media, della legge elettorale, dello stesso nome della nazione: non si chiamerà più Repubblica d’Ungheria, ma semplicemente ‘Ungheria’. Una sorta di ‘antipasto’ alla tirannia vera e propria, secondo alcuni analisti politici internazionali, basato su una Costituzione che garantisce la perpetuazione al potere di un solo partito. Inoltre la nuova Carta rende retroattivamente “responsabili dei crimini comunisti” compiuti sino al 1989 i dirigenti dell’attuale partito socialista (ex comunista), i quali hanno denunciato “l’instaurazione di una dittatura”. E neppure l’Ue vede di buon occhio la situazione ungherese, in quanto l’indipendenza della Banca centrale potrebbe chiudere le porte dell’Europa all’Ungheria. Inoltre saranno vietati i matrimoni omosessuali e l’aborto, scuole ed ospedali vengono nazionalizzati e lo Stato si accollerà tutti i debiti sanitari.

Ma nella serata di ieri il popolo ungherese è sceso in piazza per protestare nei pressi del teatro dell’Opera di Budapest, dove il governo Orban celebrava l’entrata in vigore della nuova Costituzione. Oltre 70 mila gli ungheresi che hanno alzato la voce contro il primo ministro e contro quella Carta considerata una violazione dei diritti democratici. Appoggio morale da parte di Ue, Usa e Fmi che non vedono di buon occhio le nuove leggi nazionali. Ma ora tornare indietro sarà alquanto difficile.

 

Luigi Ciamburro

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