
GOLFO PERSICO – L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) ha confermato che, nell’impianto nucleare di Fordow, l’Iran ha avviato le operazioni di arricchimento dell’uranio al 20%. Non una semplice minaccia, quindi, da parte del governo di Teheran, ma una realtà concreta e ben avviata, in un impianto bunker sotterraneo rimasto segreto fino al 2010. L’annuncio dell’arricchimento dell’uranio giunge all’inizio del tour latinoamericano del presidente Ahmadinejad che ieri ha incontrato il presidente venezuelano Hugo Chavez e oggi farà visita a Daniel Ortega, presidente del Nicaragua, prima di recarsi a Cuba. Una mossa che rende inevitabili le sanzioni economiche imposte dalla comunità occidentale alla Repubblica Islamica che dal canto suo minaccia di chiudere lo Stretto di Hormuz. Ieri il leader spirituale Khamenei ha dichiarato che il popolo iraniano non si lascerà piegare dalle minacce di Usa e Ue, che le sanzioni non avranno conseguenze nefaste sull’economia del Paese, mentre i Guardiani della Rivoluzione si dicono pronti a bloccare il Golfo Persico.
Ma ben presto la chiusura dello Stretto potrebbe rivelarsi una minaccia vana, in quanto sta per essere concluso l’oleodotto che gli Emirati Arabi Uniti stanno costruendo per esportare il greggio evitando il transito via mare per lo Stretto. La pipeline lunga 360 km, costata 2,6 miliardi di euro, capace di trasportare 1,5 milioni di barili di petrolio giornalieri entrerà in funzione a partire da questa estate e collegherà Hasban, a Sud della capitale Abu Dhabi, a Fujairah, unico emirato del Paese che si affaccia sul mare Arabico.
Luigi Ciamburro
Con Direttanews.it sei sempre al centro delle notizie, clicca QUI e diventa fan