EQUITALIA CONTRO MARADONA – Il destino di Napoli e Diego Armando Maradona torna ad incrociarsi quest’oggi, ma non per questioni prettamente calcistiche. Il pibe de oro sarà nuovamente processato per evasione fiscale, dopo che il precedente collegio giudicante è stato giudicato incompatibile poichè uno dei giudici era padre di un avvocato di Equitalia e quindi incompatibile nelle controversie di tale società di riscossione tributi. Maradona è stato condannato a pagare una maxi-multa da 38 milioni di euro al Fisco italiano, ma il suo avvocato Angelo Pisani si dice certo di poter dimostrare l’infondatezza delle accuse, facendo leva su irregolarità commesse dalle varie agenzie di riscossione poi fusesi in Equitalia e su leggi errate e da tempo abrogate.
“Se Maradona, nel 1988, avesse ricevuto una regolare notifica della originaria cartella esattoriale, di cui a tutt’oggi non esiste ancora prova cartacea dell’esistenza – afferma Pisani -, avrebbe potuto esercitare ogni diritto di difesa e dimostrare che la pretesa del Fisco non era legittima, coì come sono riusciti a dimostrare per casi analoghi, la vecchia società Calcio Napoli, oltre che i compagni di squadra del Pibe de oro, Careca e Alemao”.
Dagli iniziali 8 milioni di euro Equitalia è passata alla richiesta, non trasparente secondo il legale di Diego, di 38 milioni aggiungendo non meglio specificate spese, sanzioni e more: “Dagli anni 88/89/90 fino al 2000 nessun accertamento fiscale o cartella è stato mai notificato al presunto trasgressore con attuale estinzione di ogni credito per maturata prescrizione decennale” e l’unico avviso di mora è datato 19/06/2000, ma non è mai stato consegnato a Maradona in persona, come richiesto dalla legge, che quindi non poteva essere a conoscenza dell'”assurda richiesta del Fisco Italiano e non potendo esercitare alcun diritto di difesa con consequenziale nullità ed inammissibilità di qualsivoglia addebito e condanna a suo carico”. E chissà se anche questa volta il fuoriclasse argentino riuscirà a districarsi tra le maglie della difesa…
Luigi Ciamburro
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