
NAPOLITANO SU LEGGE ELETTORALE – Dopo la bocciatura da parte della Consulta dei due quesiti referendari per l’abrogazione della legge elettorale in vigore (il cosiddetto “Porcellum”) e le aspre polemiche che ne sono seguite, il Presidente della Repubblica Napolitano ha auspicato che il Parlamento modifichi la legge elettorale.
Ieri, la Corte Costituzionale ha giudicato “inammissibili i quesiti referendari”, a causa del vuoto normativo che si sarebbe creato in caso di voto favorevole all’abrogazione della legge; anche se la motivazione ufficiale della decisione sarà resa nota solo a fine mese. La giurisprudenza, infatti, non ammette il “vuoto normativo” in materia elettorale, ma solo “tagli” parziali che lascino almeno in parte in vigore la norma toccata dal referendum. E uno dei due quesiti prevedeva proprio l’abrogazione totale della legge.
La delusione, tuttavia, è stata forte, sia tra le forze politiche che soprattutto nell’opinione pubblica. Il leader dell’Idv Antonio Di Pietro ieri ha gridato alla “deriva antidemocratica”, arrivando perfino ad accusare il Capo dello Stato di aver in qualche modo influenzato la decisione della Corte. Accuse che sono state subito respinte con sdegno dal Quirinale.
Il promotore del referendum Arturo Parisi ha detto di non essere rimasto sorpreso dalla decisione della Consulta: “Il no è arrivato come da pronostico riportato dai giornali, adesso la parola tocca ai partiti. Avevamo annunciato un’accoglienza rispettosa della sentenza, rispettiamo la decisione. Leggeremo le motivazioni”, in ogni caso, “noi continueremo la nostra battaglia per interpretare la volontà di coloro che hanno firmato per il referendum”.
Il segretario del Pdl Angelino Alfano ha detto che “ora la riforma spetta al Parlamento”.
Redazione
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