Usa: Obama pronuncia il discorso alla nazione e comincia la sfida ai Repubblicani e a Romney

Barack Obama

USA: DISCORSO ALLA NAZIONE DI OBAMA – Poche ore fa il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha pronunciato il suo terzo discorso generale alla nazione.  In piena atmosfera da campagna elettorale, in vista della chiamata alle urne per le presidenziali del prossimo novembre,  lo Stato of the Union di Obama è apparso agli occhi di molti anche come una risposta alla corsa per la leadership interna al partito repubblicano che vede in Mitt Romney il favorito per divenire avversario dell’attuale presidente.

Obama ha condotto una riflessione sullo stato di crisi che a livello economico attanaglia gli USA, come il resto del globo, ed ha accuratamente sottolineato la problematicità della condizione della classe media imputando la difficile situazione all’aggravarsi del divario che intercorre tra ceti ricchi e ceti poveri.

Il presidente ha inoltre esposto una serie di provvedimenti che il governo intende adottare al fine di ristabilire un assetto di stabilità economica per la Nazione:  tentare di impedire che le imprese americane delocalizzino il lavoro all’estero eliminando alcuni incentivi, rendere l’accesso alle università meno proibitivo, incrementare l’aiuto rivolto ai proprietari di immobili intenti ad estinguere i propri mutui.

Obama ha insistito sull’importanza della collaborazione sull’importante ruolo che nel rivitalizzare l’economia americana dovrebbero svolgere i cittadini più abbienti. In particolare tutti coloro che guadagnano più di 1 milione di dollari l’anni, dovrebbero essere disposti a pagare una tassa di almeno il 30% sugli introiti e dovrebbero dimenticarsi quella serie di detrazioni fiscali di cui non hanno bisogno.

Il discorso, seppur non dichiarandolo in maniera esplicita, è un attacco nei confronti del candidato Mitt Romney il quale, proprio ieri si è esposto all’opinione pubblica rendendo nota la sua dichiarazione dei redditi.  Nello specifico, il riferimento alla tassazione del 30% sui grandi capitali è un rinvio chiaro alla pubblicazione delle entrate dell’avversario il quale risulta aver pagato per più di 20 milioni di guadagno annuale un’imposta pari al 13,9%.

 

Nicoletta Mandolini