Lavoro-articolo 18: Pdl appoggia governo Monti, critiche da sindacati e centro-sinistra

 

LAVORO ARTICOLO 18 – Mario Monti passa dalla tv a internet per cercare di fare chiarezza sulle sue decisioni che riguardano il futuro dell’Italia e, in particolar modo, dei lavoratori, che cerca di rassicurare in tempo di crisi, invocando maggiore flessibilità e facendo mezzo passo indietro per quanto concerne le affermazioni sul posto fisso. A pelle potrebbe sembrare intenzionato a modificare l’articolo 18 per risolvere l’annoso problema del precariato, ma ancora una volta piovono critiche dai sindacati e da alcuni partiti politici.

La Cgil passa al contrattacco: “Al presidente del Consiglio piacciono evidentemente gli esempi estremi”, dichiara Fulvio Fammoni facendo riferimento alle parole del premier sul posto fisso e sull’articolo 18 che non incentiverebbe gli investimenti, “ma parlare di troppe tutele per chi è ‘blindato nella sua cittadella’ è non solo sbagliato, e non vero, ma anche un po’ offensivo verso quei lavoratori”. Dati alla mano, Fulvio Fammoni sottolinea come negli ultimi tre anni si siano volatilizzati centinaia di migliaia di posti di lavoro, “un lavoratore su tre è stato soggetto ad ammortizzatori per problemi nella sua azienda” e per il 2012 è prevista una nuova ondata di licenziamenti.

Dure critiche anche da parte del leader di Idv Antonio Di Pietro che definisce truffa mediatica le affermazioni del Professore: “Le ragioni della crisi economica e occupazionale in Italia non sono certo causate dall’articolo 18, ma dal fatto che lo Stato ha accumulato quasi duemila miliardi di debito e da una classe politica allo sbando – ha dichiarato l’ex pm -. A questo si aggiunga una classe imprenditoriale che non è stata all’altezza e che ha vissuto di contributi statali. Con questa intimidazione si cerca di far ingoiare agli italiani un rospo, la soppressione dell’articolo 18, che ai cittadini risulta giustamente indigesto. Se lo avesse detto Berlusconi lo avremmo potuto capire, ma detto da Monti – prosegue Di Pietro -, che ultimamente non fa che elogiare il vecchio premier, non possiamo accettarlo. Il fatto è che da parte di questo governo ultimamente sentiamo solo elogi al precedente esecutivo”.

Cesare Damiano, capogruppo del Pd nella commissione Lavoro di Montecitorio, afferma: “A mio avviso Monti sbaglia quando afferma che l’articolo 18 sarebbe un freno agli investimenti. Non lo è mai stato, altrimenti non saremmo la seconda nazione manifatturiera d’Europa, così come non ha mai impedito la crescita dimensionale delle imprese o nuove assunzioni. Se si vogliono attivare investimenti – sottolinea Damiano -, si faccia costare di meno il lavoro, soprattutto quello stabile, agendo sulla diminuzione del cuneo fiscale: così gli investimenti arriveranno”.

Il leader di Sinistra Ecologia Libertà, Nichi Vendola, accusa Mario Monti di conservatorismo e liberismo di destra: “Monti ha delineato il proprio profilo schiettamente conservatore, con ragionamenti che sono tipici della destra liberista. Immaginare che i lavoratori contrattualizzati a tempo indeterminato nel settore pubblico come nel settore privato siano portatori di privilegi significa avere davvero una visione distorta della realtà. Pensare di combattere la precarietà facendo saltare ciò che resta del sistema delle tutele e delle garanzie del mondo del lavoro appartiene ad un’impostazione politicamente assai connotata. Cioè di destra”.

Ad appoggiare il pensiero del Professore ci pensa il Pdl: “Il presidente del Consiglio Mario Monti – ha affermato il vice presidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli – ha fatto affermazioni importanti e del tutto condivisibili in materia di riforma del lavoro. Il sì del Pdl è in sintonia con la strategia illustrata da Monti e dal ministro Fornero negli ultimi giorni. Si tratta adesso di tradurre coerentemente in atti di governo queste enunciazioni. Monti ci troverà al suo fianco. Non si preoccupi dell’evanescenza della maggioranza: importante è avere la maggioranza”.

 

Luigi Ciamburro

 

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