Fornitura gas: nuove importazioni da Algeria e Nord Europa, Eni esclude aumenti

Il rigassificatore di Rovigo

 

 

FORNITURA GAS – Il gelo che sta attanagliando il Vecchio Continente ha costretto a un calo dei flussi in arrivo da Russia e Svizzera, tanto da costringere governo e operatori a dichiarare lo stato d’emergenza e a ricorrere alle scorte, mentre la Commissione europea si è detta pronta a offrire  il proprio aiuto qualora fosse necessario. Il Comitato di emergenza riunito al ministero dello Sviluppo economico ha dato il via libera all’utilizzo delle centrali a olio combustile e ai distacchi programmati delle cosiddette aziende ‘interrompibili, cioè quelle disposte a interruzioni di energia in cambio di sconti sulle bollette.

L’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, ha assicurato che l’emergenza non apporterà aumenti sui costi nè tagli alle forniture familiari. Il calo del 20% delle importazioni di gas dalla Russia è stato in buona parte colmato con l’aumento delle importazioni dall’Algeria e dal Nord Europa. Ma secondo alcuni esperti del settore il problema non sembra tanto quello della quantità di gas, quanto quello ormai annoso delle infrastrutture disponibili per poterlo distribuire. Paolo Scaroni ha spiegato che “l’Italia oggi consuma 450 milioni di metri cubi di gas al giorno, circa il 40% in più di quello che consumava l’anno scorso alla stessa epoca” e che per “far fronte a questi consumi che sono cresciuti in misura così elevata noi ci troviamo di fronte una Russia che ci dà meno gas di prima, i rigassificatori che sono praticamente fermi e quindi abbiamo fatto fronte con più gas dall’Algeria e dal Nord Europa e meno male che Eni è riuscita a far ripartire la Libia per tempo”. Ma queste importazioni inedite vengono pagate a caro prezzo ed Eni ha promesso di accollarsi ogni surplus di spesa…

 

Luigi Ciamburro

 

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