
POLITICA IN FINLANDIA – Per una manciata di voti non è approdato al secondo turno delle presidenziali ma non si è scoraggiato e ora punta alla leadership del suo partito: è Paavo Väyrynen, 65 anni, veterano del Partito di Centro tutt’altro che disposto ad abbandonare i riflettori. È lui di sicuro uno dei politici che stanno facendo parlare più di sé in questi mesi.
Väyrynen ha corso per la poltrona di presidente della Repubblica senza l’appoggio di molti dei suoi colleghi di partito. Osteggiato, criticato, ha raccolto lo stesso un risultato che in pochi avevano pronosticato: ben il 17,5% dei voti al primo turno. Pekka Haavisto, il candidato della Lega Verde, ha conquistato l’ultimo posto disponibile per il ballottaggio con il 18,8%. Una differenza sottile.
E così Paavo Väyrynen è rimasto fuori ma da questo pacchetto di voti intende rilanciarsi per l’ennesima volta. Nella sua lunghissima carriera, del resto, ne ha viste di tutti i colori: ministro degli Esteri a cavallo degli anni ’70 e ’80 e poi di nuovo a inizio anni ‘90, premier dal 1983 al 1987, leader dei Centristi dal 1980 al 1990. L’elenco potrebbe continuare. E magari potrebbe essere aggiornato in estate, quando Väyrynen sfiderà Mari Kiviniemi per la corona di leader del partito. Partito che, a questo annuncio, è caduto dalle nuvole. L’Helsingin Sanomat spiega che Väyrynen sta cavalcando l’onda: i tanti voti raccolti alle presidenziali lo hanno rimesso in sella e hanno finito per rilanciare attraverso lui anche il partito.
Ma il suo ennesimo passo in avanti potrebbe far saltare del tutto gli equilibri (precari) che ci sono nel Partito di Centro. Mari Kiviniemi rappresenta l’ala più liberale, Väyrynen ha sfondato alle presidenziali con una politica aggressiva e profondamente euroscettica. Due anime che già si sono scontrate. Manca tanto all’estate e alla resa dei conti, ma la battaglia è cominciata.
Antonio Scafati